Arrestati 2 carabinieri, fornivano informazioni alla camorra
Arrestati 2 carabinieri, fornivano informazioni alla camorra. Avrebbero favorito il clan Cutolo che fa affari illeciti nel quartiere Fuorigrotta di Napoli. Si tratta di una delle accuse che la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli contesta a due carabinieri, arrestati dai colleghi del comando provinciale stamattina al termine di un’indagine più ampia, coordinata dal procuratore aggiunto Rosa Volpe.
I militari hanno eseguito un arresto in carcere e un altro ai domiciliari. Ai due rappresentanti delle forze dell’ordine viene anche contestato il reato di falso. Adesso uno dei due si trova in cella, l’altro invece è stato sottoposto al regime dei domiciliari in attesa di nuove decisioni da parte delle autorità giudiziarie competenti in materia.
Chi sono i carabinieri
I carabinieri destinatari delle due misure si chiamano Mario Cinque e Walter Intilla. Il primo ha 46 anni e, nei suoi confronti del quale il gip di Napoli Maria Laura Ciollaro ha disposto il carcere. Mentre il secono ha 49 anni, ed il giudice ha comminato i domiciliari.
Insieme con Cinque, in carcere è finito anche Gennaro Di Costanzo, ritenuto legato al clan Longobardi-Beneduce, a cui la DDA contesta il ruolo di esponente di vertice dell’organizzazione camorristica nella zona di Bagnoli.
Arrestati 2 carabinieri, fornivano informazioni alla camorra
All’epoca dei fatti contestati (inizio 2019) Mario Cinque ha prestato servizio presso la compagnia dei Carabinieri di Bagnoli mentre Walter Intilla lavorava presso il Nucleo Operativo e Radiomobile – Sezione Operativa, del reparto Territoriale dei Carabinieri di Mondragone.
Tra gli indagati figura anche Gennaro Carra (collaboratore di giustizia, ndr), ritenuto dagli inquirenti il reggente del clan Cutolo del Rione Traiano di Napoli. I carabinieri sono accusati, tra l’altro, di avere rivelato informazioni coperte da segreto, come l’esistenza di indagini.
Le accuse ai due carabinieri
A Cinque viene anche contestato di avere falsamente attestato che tra il 28 e il 29 gennaio 2019, Carra (che girava armato di una pistola), fosse a piedi in strada e non a bordo di un’auto presa a noleggio.
Anche a Intilla viene contestato di avere rilevato informazioni riservate, al collega Cinque e a un’altra persona. Si tratta dell’esistenza di indagini, correlate da intercettazioni, su un conoscente di Mario Cinque, e anche che i carabinieri erano in procinto di eseguire una misura cautelare nei confronti di un’altra persona.