Arresto Matese: venduto anche latte scaduto
Il patron storico dei marchi ‘Latte Matese’ e ‘Foreste Molisane’, Giuseppe Gravante, “..in realta’ non voleva proprio sentir parlare del problema dei rifiuti. Pretendeva che gli scarichi fossero eliminati, pur senza fornirci mezzi adatti… questa era diventata una prassi'”. Il racconto e’ di uno dei suoi dipendenti agli inquirenti, ed e’ contenuto nella misura cautelare firmata dal gip di Santa Maria Capua Vetere. Che annota: “In virtu’ della logica del profitto si realizzavano arricchimenti criminali…la situazione era insostenibile, gli animali erano immersi nei liquami. I liquami tracimavano ed intanto il Gravante riceveva un sussidio pubblico di circa 70 euro per il benessere di ciascun animale”. In sostanza, sottolinea il pm Raffaella Capasso, l’imprenditore non solo smaltiva illecitamente gli effluenti zootecnici, con relativo risparmio di impresa, ma riceveva anche il contributo pubblico per il benessere di ciascun capo bovino che, nel frattempo, pero’, viveva tra i liquami. Al danno si aggiungeva quindi la beffa. Sempre uno dei dipendenti raccontava ai pm: “…spesso il reso delle bottiglie veniva nuovamente distribuito per la produzione in corso e mischiato al latte fresco”. In sostanza, il latte scaduto veniva mischiato con quello in lavorazione e poi commercializzato. Animali, terreni, acque, consumatori trattati tutti come meri strumenti per realizzare profitti a qualsiasi costo, in una logica del tutto contraria alla cultura contadina che, asseritamente, dovrebbe ispirare le imprese agricole e spingerle verso la gelosa tutela dei beni naturali, unica e preziosa loro risorsa, annotano i magistrati. Il Corpo Forestale dello Stato, con uomini e mezzi messi a disposizione dall’Esercito italiano, 21° Reggimento del Genio Guastatori di Caserta, e con la collaborazione di tecnici esperti dell’Arpac, nei prossimi giorni effettuera’ saggi di scavo nella tenuta aziendale per rinvenire, caratterizzare e campionare i occultati nel sottosuolo (fonte: Agi).