AstraZeneca, cosa succede ora? Tutti i dubbi e le risposte
AstraZeneca, cosa succede ora? Tutti i dubbi e le risposte. Anche se l’Italia seguirà la linea europea, “il vaccino AstraZeneca può essere somministrato a tutti, dai 18 anni in su”. Lo ha detto il direttore generale della prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza. “La nostra su over 60 è una indicazione preferenziale”, ha aggiunto.
Raccomandato agli Over 60
Questo pomeriggio l’Ema non aveva messo limiti di età per la vaccinazione con il siero anglo-svedese, ma anche l’Italia ha deciso di accodarsi ad altri Paesi Europei quali Germania, Spagna e Francia: i primi due hanno di fatto, sposato, la linea di un uso preferenziale sopra i 60 anni, la Francia sopra i 55.
“Con l’obiettivo di mettere in sicurezza la popolazione più a rischio, cioè sopra i 60 anni di età, la posizione decisa dal ministro dopo un confronto che ha coinvolto anche figure istituzionali è stato di raccomandare un uso preferenziale nei soggetti oltre i 60 anni di età”.
Lo ha detto il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, durante la conferenza stampa presso l’Auditorium “Cosimo Piccinno” del ministero della Salute sulle valutazioni Ema in relazione al vaccino anti Covid-19 Vaxzevria di AstraZeneca.
E quindi, a stretto giro, anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, invierà un provvedimento alle Regioni con le nuove indicazioni per il vaccino AstraZeneca secondo quanto annunciato dallo stesso Speranza ai governatori.
“Rare trombosi a donne sotto i 60 anni”
Il perché sarà dato dai 60 anni in su è presto detto: “la maggior parte degli eventi trombotici” registrati dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca “si sono osservati in soggetti di sesso femminile, ma soprattutto sotto i 60 anni di età.
Anche se va detto in maniera chiara che l’Ema ha dichiarato che non ci sono fattori di rischio identificati”, ha sottolineato Locatelli. “Questo di AstraZeneca è un buon vaccino, i dati inglesi ce lo confermano, anche con una sola dose, hanno abbattuto la mortalità in maniera eccezionale”, ha affermato Rezza.
Magrini: “Qualche preoccupazione sui giovani”
“Le stime di eventi rarissimi su una popolazione giovane danno qualche preoccupazione. Stiamo ancora studiando, i dati sugli anziani sono rassicuranti”. Così in conferenza stampa il direttore generale Aifa, Nicola Magrini, che sottolinea come quello di AstraZeneca sia “un vaccino importante e deve restare tale.
Gli effetti rarissimi vanno visti con modestia e calma, va bene fermarsi e approfondire”. C’è da dire, però, che su 600mila seconde dosi, in nessun caso si sono riscontrati eventi trombotici, come ha sottolineato lo stesso direttore generale Aifa.
“I dati sugli anziani sono rassicuranti anche se gran parte dell’Europa ha vaccinato soprattutto i giovani – ha aggiunto – al 4 aprile sono 32 milioni i vaccinati con AstraZeneca. La scelta italiana del massimo di cautela, indirizzandola alla popolazione anziana è da sottolineare. Allo stesso tempo è una nota positiva il fatto di concentrarsi sulle fasce di popolazione a rischio”.
Alcune domande su AstraZeneca. Innanzitutto, che vaccino è questo Vaxzevria?
Come riportato dal sito dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, “il vaccino è composto da un adenovirus di scimpanzé incapace di replicarsi e modificato per veicolare l’informazione genetica destinata a produrre la proteina Spike del virus SARS-CoV-2”.
Quando si fa la seconda dose?
L’autorizzazione provvisoria all’uso del vaccino anti Covid-19 Vaxzevria da parte di Ema e di Aifa “prevede la somministrazione della seconda dose del vaccino in un intervallo compreso tra 28 e 84 giorni dalla prima”.
Tuttavia, dai nuovi dati raccolti pubblicati nel febbraio 2021 in preprint sulla rivista The Lancet, viene indicata “un’efficacia dell’82% quando la seconda dose viene somministrata nel corso della dodicesima settimana”.
Per questo motivo, l’Aifa ritiene utile indicare la somministrazione della seconda dose del vaccino Vaxzevria idealmente nel corso della dodicesima settimana e comunque ad una distanza di almeno dieci settimane dalla prima dose.
A quale fascia d’età è rivolto il vaccino?
Nonostante numerosi tentennamenti, il vaccino è indicato per tutte le categorie dai 18 anni in su.
A proposito, si deve aver paura? Qual è il rischio vaccinandosi con AstraZeneca?
Come per tutti i farmaci, il rischio zero in medicina non esiste. Nemmeno se si prende un’aspirina od una tachipirina, tanto per fare due esempi. Fatta questa premessa, le reazioni avverse più frequentemente osservate durante la campagna vaccinale in corso sono la febbre; il mal di testa; i dolori muscolari o articolari.
Si tratta di reazioni non gravi, di entità lieve o moderata che, seppur fastidiose, si risolvono in poche ore o pochi giorni, spesso senza nemmeno ricorrere a trattamenti sintomatici (antidolorifico o simili). Come per tutti i farmaci, sono inoltre possibili, seppur rarissime, reazioni di tipo allergico fino allo shock anafilattico.
Per questo le vaccinazioni sono eseguite in contesti sicuri da personale addestrato ed è previsto un periodo di osservazione di almeno 15 minuti dopo la vaccinazione.
E come la mettiamo con gli eventi tromboembolici?
L’Agenzia europea del farmaco conferma che il rapporto tra rischi e benefici del vaccino AstraZeneca contro il Covid-19 resta positivo nonostante “le rare trombosi” che “dovrebbero essere elencate come effetti collaterali molto rari del vaccino Vaxzevria di AstraZeneca”, afferma l’Ema.
Mi vaccineranno con AstraZeneca, come posso riconoscere una trombosi?
Esiste un test che può rilevare la presenza degli anticorpi ed esistono trattamenti già noti. Raccomandazioni: le persone vaccinate che hanno dolori alle gambe, vertigini, mal di testa o disturbi visivi dal quinto giorno dopo la vaccinazione, devono essere testate per l’HIT di tipo 2.
I classici sintomi nei primi giorni sono normali mentre quelli legati al rischio di trombosi si manifestano soltanto dopo il quinto giorno. Se il test è positivo, la Gth consiglia di somministrare l’immunoglobulina G per via endovenosa contro l’attivazione del CD32.
Ma le trombosi si possono prevenire?
È scoraggiato l’impiego di farmaci antitrombotici prima o dopo la vaccinazione “perché non basato su nessuna evidenza”; a meno che non siano già assunti per una prescrizione medica precedente.
Da tenere a mente che effettuare esami di laboratorio o strumentali per monitorare un’ipotesi di rischio trombotico in assenza di sintomatologia non ha motivazione. Ovviamente sintomi evocativi di tromboembolismo quali edema o dolore agli arti, dolore toracico, difficoltà respiratoria, cefalea persistente, vanno riferiti al proprio medico.
Ho già prenotato con AstraZeneca, mi cambieranno l’appuntamento?
Dal momento che, in Italia, dopo l’ennesimo ok dell’Ema la campagna vaccinale proseguirà come da programma, non ci sono motivi per pensare che sarà rinviato l’appuntamento con il vaccino di AstraZeneca se non per problemi nelle forniture delle dosi vaccinali, problemi al momento non prevedibili.