Benevento: nasce un nuovo partito, che sia la Volt … buona?

Redazione
Benevento: nasce un nuovo partito, che sia la Volt … buona?

Benevento. Presentato a Benevento, presso l’aula consiliare di Palazzo Mosti, il giovane partito paneuropeo e progressista Volt. Nel capoluogo sannita ha presenziato Federica Vinci, presidente di Volt Italia, 26 anni. Introduzione affidata a Giovanni Goglia, city lead di Benevento, 22 anni. L’anagrafe è ciò che contraddistingue questo partito, aperto a tutti i ragazzi dai 18 ai 30 anni. In Europa sono circa 30.000 gli iscritti, l’Italia conta intorno ai 3000 attivisti in 70 città italiane, rappresentando quella che viene definita la “Generazione Erasmus”. La giornata ha vissuto due fasi: la prima di presentazione del partito, la seconda caratterizzata da un confronto con i presenti.

Quando è nato?

Volt è nato il giorno dopo della Brexit quando una serie di ragazzi, me inclusa, si sono resi conto che l’Europa stava andando verso una direzione che non volevamo. Io ero in Scozia quel giorno, molti miei amici negli altri Paesi stavano vivendo una deriva che non era quella che ci rappresentava. Dall’altro ci siamo resi conti che nella politica europea e soprattutto nazionale, non c’era nessuno che rappresentasse le istanze di questa generazione e di quelle future. Tra partiti nati durante le elezioni e una politica che è un mix di scandali e risate, ci siamo detti che era ora di prendere in mano il nostro futuro e cercare di fare qualcosa per questa Europa e questa Italia, rappresentando la “Generazione Erasmus” e un’Europa sostenibile, che pensa sia ai diritti, sia agli investimenti per far si che un Paese come il nostro, fermo da anni, riesca a ripartire” ha dichiarato il presidente nazionale Federica Vinci.

Al Parlamento Europeo

“Abbiamo scritto e redatto un programma per le elezioni politiche del Parlamento Europeo, infatti ci siamo presentati in tutta Europa con lo stesso logo, lo stesso nome e lo stesso programma. Le nostre priorità per il Parlamento Europeo erano rendere l’Europa più democratica, per far si che diventasse un motore per tutte le sue regioni, come ad esempio indirizzare i fondi europei nel Sud Italia, avendo 60 miliardi a disposizione che non sono utilizzati. Con nostro grande orgoglio dopo due anni di lavoro siamo riusciti ad eleggere un membro del Parlamento Europeo, il tedesco Damian Boeselager e rappresenterà tutti i ragazzi di Volt nell’UE”.

Quali obiettivi?

Quali sono gli obiettivi di Volt, tramite le parole di Federica Vinci: “Ci sono una serie di sfide che non possiamo pensare di affrontare come singoli Paesi nazionali, pensiamo ai cambiamenti climatici, al mondo del lavoro, all’informatizzazione. Soltanto insieme, se cerchiamo di capire come risolvere questi problemi, possiamo andare avanti in un mondo che sarà sempre più globalizzato. Ci siamo resi conto che l’UE sembra molto lontana e distaccata rispetto ai cittadini. Vogliamo tornare ad essere sui territori perché è un qualcosa che anche la vecchia politica ha perso, nonostante non abbiamo sedi nazionali perché siamo nati l’anno scorso e facciamo fatica con i fondi, cerchiamo di essere presenti su tutti i territori”.

Volt e il Movimento 5Stelle

Volt e Movimento 5 Stelle, analogie e differenze? “Ci sono tante differenze con M5S, però, avevano capito che la politica sembrava lontana dai cittadini e che bisognava riportarla a loro. Noi siamo d’accordo, bisogna tornare a fare politica per le strade, ai bar, in piazza, che ognuno torni ad interessarsi della cosa pubblica e per questo noi organizziamo incontri sul territorio. Dall’altro lato ci sono tante differenze coi 5Stelle a partire dai valori: loro non hanno valori ma punti programmatici, noi abbiamo valori molto forti che vanno dai diritti umani alla sostenibilità, alla libertà, all’equità. Diamo tanta importanza alle competenze, per parlare di ambiente è importante che tu sia ingegnere ambientale, che tu sappia agire o che tu sia esperto del campo. Bisogna avere le competenze e utilizzarle per far si che il bene pubblico diventi davvero per tutti”.

City lead Giovanni Goglia

Il city lead Giovanni Goglia ha così presentato il nuovo partito paneuropeo nel Sannio: “In quanti non si sentono attualmente rappresentati da un partito, da una realtà politica? In Italia si stima che circa il 40% dei cittadini non si sente rappresentato. Alle ultime elezioni parlamentari per la prima volta l’affluenza si attestava al di sotto dell’80%. Il punto è che la politica ha smesso di essere realmente partecipativa, ha smesso di ascoltare per capire i cittadini e le problematiche che essi incontrano giornalmente, ovviamente con le dovute eccezioni. Avvengono di rado confronti e quando avvengono hanno quasi sempre scopi elettorali. I cittadini vogliono essere ascoltati realmente, non solo alle porte delle elezioni, non vogliono un contentino”.

Conoscere la realtà

“È necessario che le istituzioni – ha dichiarato Goglia – conoscano la realtà in cui vivono per poterla rappresentare al meglio. Questa è una delle caratteristiche principali di Volt, la partecipazione attiva cittadina. Operiamo e proponiamo attraverso tavoli di lavoro ai quali  possono partecipare tutti, per poter recepire anche quei problemi che non ci toccano in prima persona. Io ho 22 anni e non potrei recepirli tutti da solo. Non si devono più supporre, bisogna ascoltarli da chi li vive e capire come risolverli”.

Per quanto riguarda Benevento: “Bisogna poter rendere i cittadini felici di far parte di questa città, è fondamentale che ognuno di noi si senta cittadino davvero e non solo perché in possesso di una carta d’identità. Fondamentale è rinforzare il senso di comunità, i cittadini presentano i propri problemi e allo stesso tempo devono aiutare le istituzioni a risolverli. La città è nostra, tocca a noi tutelarla”.

In conclusione: “Volt non è schierato politicamente, è pronto a collaborare con chiunque voglia fare i fatti e non solo chiacchiere, è un partito per tanti in cui l’idea di ognuno ha valore. Ha dei principi, si dà degli obiettivi e fa di tutto per raggiungerli. Combattere affinché i diritti di ognuno di noi vengano rispettati, ed è questione di intelligenza, non di orientamento politico. Bisogna aumentare il senso civico, la comunicazione. Senza di essa, nessun rapporto può durare, neanche quello tra cittadini e amministrazione”.