Biancardi attacca il Caudino: Miseri dilettanti allo sbaraglio

Il Caudino
Biancardi attacca il Caudino: Miseri dilettanti allo sbaraglio

Biancardi attacca il Caudino: Miseri dilettanti allo sbaraglio. Lo fa in un commento pubblico rispondendo ad un nostro articolo sul solito contentino dato a Cervinara e alla Valle Caudina.

Guai a criticare il Presidente della Provincia di Avellino, Presidente della Comunità Montana e sindaco di Avella, Domenico Biancardi.

Il nostro risoluto esponente istituzionale è molto permaloso. Dunque se un sito non lo loda e non gli tesse il peana, lui si arrabbia e diventa stizzoso e offensivo.

Scrive, tra l’altro, sotto il nostro articolo pubblicato oggi: “Questi ragazzi che scrivono si dimenticano molte cose … Altro Progetto e manco a farlo apposta perorato e portato avanti dal solo Presidente della Provincia è il Terzo Lotto Valle Caudina-Pianodardine… (…spesso però mi chiedevo…ma all’ASI è rappresentata la Valle Caudina ?…mah) … Ma evidentemente su questo sito on Line notizie sia storiche che aggiornate non arrivano e scrivono solo i soliti “ due miseri” dilettanti allo sbaraglio !!

Non è la prima volta che il formidabile presidente della Provincia, della Comunità Montana e sindaco di Avella ci insulta.

Anche in passato non ha lesinato critiche gratuite. Sarà perché questo giornale ha dimostrato l’inutilità del Tunnel del Partenio? O forse perché abbiamo osato pubblicamente chiedergli il motivo per il quale non sono state fatte regolari gare, ma affidamenti diretti per gli studi dedicati proprio al Tunnel?

O forse perché gli abbiamo ricordato quanto egli stesso affermò: “Mi dimetterò entro tre mesi dalla carica di presidente della Comunità Montana”. Cosa che poi non ha mai fatto.

Degli insulti di Biancardi potremmo fregarcene. Ma, può un presidente di una provincia insultare così impunemente chi svolge una professione? Può insultare cosi impunemente chi gli chiede conto del proprio operato? Ah, stendiamo un velo pietoso per i suoi referenti locali: le elezioni sono vicine e capiamo il loro imbarazzo.

Certamente, e lo gridiamo a gran voce, non saremo mai i “suoi ragazzi!”.