Bimbo con la Sla, la madre: mio figlio ancora senza banco

Redazione
Bimbo con la Sla, la madre: mio figlio ancora senza banco

Lo scorso 9 ottobre abbiamo raccontato la storia del piccolo Luigi (potete leggere qui), otto anni e affetto dalla distrofia muscolare di Duchenne (Dmd), il quale non poteva andare a scuola poiché non c’era un banco adatto alla sua situazione. Il giorno successivo, il 10 ottobre, abbiamo ricevuto una durissima risposta del sindaco di Arpaia, Mario D’Ambrosio, (la lettera è qui) nella quale accusava il Caudino di “aver sbattuto il mostro in prima pagina” ma almeno forniva una rassicurazione: “L’azienda in oggetto si è impegnata alla consegna del banco nel termine di gg 15”. Ebbene: i quindici giorni sono ampiamente trascorsi, ma il piccolo Luigi è ancora a casa poiché ad Arpaia per lui non c’è un banco. Ecco la lettera che stamane ci ha fatto avere la madre, Anna Clemente:

Gentile redazione,
dopo più di quindici giorni il banco per mio figlio Luigi non è ancora arrivato. Poco male, se non fosse che lui è costretto a stare casa. E’ mai possibile che un bambino di otto anni debba essere recluso e crescere ai margini perché per lui non c’è un banco? Che società è quella che non aiuta chi è in difficoltà, anzi lo perde per strada?
Come posso fare? Mi potete aiutare?
Tutti possiamo sbagliare anche se certi “sbagli” sono inaccettabili perché colpiscono chi è in difficoltà, chi vive un forte disagio. Che può fare una madre che vede il proprio figlio solo a casa? Io mi appello a voi, ma anche a chi può: aiutate Luigi a crescere, a formarsi e a diventare un brav’uomo. 
Cordialmente,
Anna Clemente

Per la prima volta, da giornalisti, ci troviamo senza parole. Speriamo che il signor sindaco di Arpaia possa leggere questa lettera e sollecitare l’azienda che si era “impegnata a consegnare il banco entro 15 giorni” ad adempiere al proprio dovere. Non è, questa, solo una brutta storia di burocrazia: è la necessità di aiutare un ragazzo a vivere il suo presente e a non perdere i migliori anni della propria infanzia. L’unica cosa infamante è abbandonare a se stesso chi ha bisogno.
La redazione