Caniteri poco sicuri, scattano denunce e multe
Caniteri poco sicuri, scattano denunce e multe. Violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro: questo è emerso all’esito di una serie di controlli effettuati dai Carabinieri delle Stazioni di Avellino e Castelfranci che hanno operato congiuntamente ai colleghi del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Avellino.
Nella circostanza, l’accesso ispettivo ad un cantiere edile di Avellino ha portato alla denuncia del titolare dell’impresa esecutrice dei lavori in quanto, all’esito delle verifiche, sono state rilevate alcune violazioni alle norme del Decreto Legislativo 81/2008 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Oltre al deferimento in stato di libertà dell’imprenditore alla Procura della Repubblica di Avellino, sono state contestate sanzioni per un importo di circa 5mila Euro. Per analoghe anomalie è stato deferito alla medesima Autorità Giudiziaria anche il titolare di una ditta impegnata in lavori per l’efficientamento energetico di un fabbricato di Castelfranci: in questo caso sono state impartite prescrizioni per oltre 12mila euro. Tali controlli proseguiranno anche nei prossimi giorni nell’intera provincia.
Montesarchio: abusa sessualmente per otto anni della figlia
Il Gip del tribunale di Benevento Loredana Camerlengo, su richiesta del P.M. ha applicato la misura cautelare del divieto di avvicinamento a carico di un uomo di 47 anni, di Montesarchio.
Violenza sessuale
Il 47enne viene ritenuto presuntivamente responsabile del reato di violenza sessuale nei confronti della figlia.
Si ritiene, presuntivamente, che l’indagato per un lungo lasso di tempo, dal 2007 al 2015, avrebbe abusato sessualmente della figlia nei momenti in cui i due si trovavano da soli, in assenza della moglie e degli atri familiari. L’indagato ha nominato quale proprio difensore di fiducia l’avvocato Vittorio Fucci. Si attende la fissazione dell’interrogatorio di garanzia.
Valle Caudina: atti sessuali con un alunno di 12 anni, professoressa in arresto
A seguito di una mirata attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento, i Carabinieri della Stazione di Arpaia (BN) nella giornata odierna hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Benevento, su richiesta della Procura della Repubblica di Benevento, nei confronti di una professoressa di una scuola secondaria di primo grado della provincia di Benevento, per il reato di violenza sessuale aggravata in danno di un alunno minorenne.
Indagini avviate a marzo
L’attività di indagini – avviate alla fine del mese di marzo 2022, a seguito della denuncia da parte del Dirigente del plesso scolastico e successivamente della querela sporta dai genitori del minorenne – consentiva di raccogliere celermente gravi elementi indiziari a carico dell’insegnante la quale, abusando della propria autorità, induceva il proprio alunno dodicenne a compiere e subire atti sessuali, abusando delle condizioni di inferiorità fisica del medesimo.
In particolare l’insegnante, approfittando della contiguità fisica in classe nonché dello stato di soggezione del proprio alunno, con un’opera di persuasione sottile e subdola – instaurando con il minore prima un rapporto di “predilezione” in classe poi un intenso rapporto telematico mediante plurime comunicazioni via whatsapp (messaggi, video e audio), inviandogli e chiedendogli di inviare a sua volta fotografie a contenuto esplicitamente sessuale, avviando conversazioni di esplicito contenuto sessuale – induceva il minore a compiere e subire atti sessuali sia in classe che virtualmente, con un’intensissima comunicazione telematica via whatsapp, in tutte le ore del giorno e soprattutto la sera fino a tarda notte.
Gravi indizi di colpevolezza
Il G.I.P. presso il Tribunale di Benevento, ritenuti sussistenti i gravi indizi di colpevolezza, accoglieva la richiesta della Procura di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari con divieto assoluto di ogni forma di comunicazione con i minori con qualsiasi mezzo ivi compreso il telefono cellulare, internet e social network, ricorrendo le esigenze cautelari e ritenendo la misura applicata quella più idonea a neutralizzare il rischio di reiterazione poiché l’indagata è apparsa non in grado di autoregolare i propri impulsi sessuali e la sola sospensione del rapporto lavorativo, cautelativamente applicata nella sede disciplinare, non è apparsa sufficiente a prevenire il rischio di contatti personali e telematici con minori.
Misura tutelare
Il provvedimento oggi eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e il destinatario della stessa è persona sottoposta alle indagini e quindi presunta innocente fino a sentenza definitiva.