Cervinara: arrivano i primi ragazzi al centro di accoglienza

Redazione
Cervinara: arrivano i primi ragazzi al centro di accoglienza
Cervinara: arrivano i primi ragazzi al centro di accoglienza

Cervinara: arrivano i primi ragazzi al centro di accoglienza. In fondo ai loro grandi occhi puoi scorgere il sogno. Arrivano in una piazza Trescine sonnacchiosa.

Una belle domenica d’agosto

E’ una bella domenica d’agosto, calda ma non afosa. Ieri sera c’è stata Maria Nazionale nella villa comunale ed in molti hanno fatto tardi. Altri sono partiti per il lungo week end di ferragosto, così, nella piazza centrale di Cervinara, si trovano poche persone.

Ma di certo non possono passare inosservati. Sono i minori, non accompagnati, che hanno trovato rifugio presso il centro di accoglienza in via Carlo Del Balzo.

Lo stesso centro che ha generato e sta generando non poche polemiche politiche tra i componenti della giunta Lengua e tra maggioranza ed opposizione.

Non entriamo nel merito della vicenda ed attendiamo che il sindaco, il suo vice ed il suo assessore all’urbanistica, nell’ordine, Lengua, Tangredi e Bizzarro spieghino sino in fondo tutta questa storia. Lo attendiamo perché è sacrosanto che tutto avvenga nella massima trasparenza.

Non solo, ci attendiamo anche comportamenti conseguenziali. In democrazia, infatti, esiste ancora l’ufficio della revoca e non è stato abolito quello delle dimissioni. In Italia sono poco praticati e Cervinara non fa eccezioni, ma l’articolo che state leggendo non riguarda queste vicende.

Naturale imbarazzo

Torniamo ai ragazzi, tre di loro arrivano nella piazza sonnacchiosa. Dopo un naturale imbarazzo iniziale vengono avvicinati dagli avventori della piazza che vorrebbero offrire loro il caffè o la colazione.

Fieramente loro rifiutano ed accettano unicamente una piccola bottiglia d’acqua. A loro si avvicina anche il vostro cronista che, con il suo inglese stentato e maldestro, porge alcune domande.

I tre in piazza arrivano dalla Somalia. Hanno attraversato da soli, prima il deserto e poi  il Mediterraneo ed il mare nostrum li ha graziati. Sono sbarcati a Lampedusa e poi sono stati ospiti al centro di Bellizzi Irpino ad Avellino. Poi questa sistemazione cervinarese.

Al centro, al momento, oltre a loro, ci sono anche tre ragazzi che arrivano dalla Tunisia ed uno dal Mali. Sono dei ragazzini che i loro genitori hanno messo su una barca, pagando cifre esorbitanti  e pregando. Pregando che i mercanti di carne umana non li uccidessero, che il mare li graziasse, e, pregando, che potessero arrivare in un posto dove la diversità non facesse paura.

La storia dei cervinaresi

Guardandoli ho pensato a tante cose. Alla storia dei cervinaresi  che dalla fine del 1800 hanno solcato gli oceani per sfuggire alla fame e alla miseria.

Ho pensato a mio nonno e mia nonna che sono sepolti in cimitero di Youngstown, in Ohio, nel cuore degli Stati Uniti. Ho pensato ad un cervinarese che si chiamava Antonio Sacco, che nel 1956, a soli sedici anni, fu la vittima più giovane della tragedia di Marcinelle, in Belgio.

Ho pensato alla Chiave, che ho contribuito a realizzare, che è diventata un simbolo di Cervinara, donata da un immigrato. Ho pensato che quella chiave doveva servire ad aprire le nostre menti ed i nostri cuori.

Ho pensato a tutto questo ed altro ancora. Ho pensato soprattutto che, quei ragazzi, che smarriti si aggirano per piazza Trescine, potevano essere i nostri nonni e auguriamoci che mai ai nostri figli possa capitare una simile sorte.

Un sorriso ed una preghiera

Ho pensato che un sorriso di benvenuto non costa niente, una parola di incoraggiamento costa ancora meno e, visto che oggi è domenica, le nostre preghiere dovrebbero andare per tutti quei ragazzi che vagano smarriti nelle piazze del mondo.

Peppino Vaccariello