Cervinara, dai pentiti di camorra mai nessun cenno sull’omicidio Madonna
Fu un giovane praticante di studio, destinato a diventare un brillante penalista, a ricevere la telefonata che annunciava la morte di Enrico Madonna.
Era la mattina presto dell’otto ottobre del 1993 e l’avvocato Dario Vannetiello ricorda bene la voce smorzata dal pianto della sorella del “consigliori” di Raffaele Cutolo.
Lui si trovava nella sala riunioni dello studio di via Chiaia a Napoli del professor Alfonso Maria Stile, ordinario di diritto privato, dove svolgeva il praticantato. Il professor Stile ed il compianto avvocato Augusto Genovese erano gli storici difensori del suo ex collega che si era laureato in carcere.
Vannetiello ha ancora un altro vivido ricordo che riguarda sempre Enrico Madonna. Nella primavera precedente aveva accompagnato il suo mentore ad un colloquio in carcere con il suo assistito, nella casa circondariale di Secondigliano dove era detenuto.
Aveva assistito al colloquio ed una volta fuori, il professor Stile gli aveva parlato della intelligenza e della scaltrezza del detenuto, una intelligenza male indirizzata, ma di un certo rilievo. Un’altra cosa, il docente aveva fatto notare al suo giovane e promettente allievo: “Vedi Dario, aveva detto l’avvocato Stile, ogni volta che vengo in carcere a colloquio con lui, di tutti mi parla tranne chiedermi lumi sulla sua scarcerazione”.
Una cosa molto strana che l’avvocato Vannetiello, nonostante alle prime esperienze, aveva subito rilevato perchè qualsiasi detenuto appena vede il suo avvocato chiede subito se e quando verrà scarcerato e se ci sarà un affievolimento della pena. Madonna no, e tutto questo avveniva solo pochi mesi prima di essere trucidato a Cervinara. Forse temeva di uscire perchè sapeva di rischiare la vita?
E’ un interrogativo che resta senza risposte, come senza nomi e volti sono i componenti del commando di killer che si scatenò la sera del 7 ottobre a Cervinara.
Ricordiamo che in quell’agguato perse la vita anche il 40enne Carmine Brevetti. L’uomo fu soccorso ma spirò, poco dopo il suo arrivo all’ospedale Rummo. Una vittima completamente innocente che quella sera fu fermato dall’ex avvocato per fare due chiacchiere.
In quel periodo, infatti, Madonna cercava sempre la compagnia di persone, pensando forse che essendo con innocenti non avrebbero tentato di ammazzarlo.
Purtroppo non fu così. A distanza di 23 anni stiamo ricostruendo questa vicenda proprio per fare chiarezza, per capire come mai dopo tanto tempo, questo duplice omicidio è rimasto impunito. Dei sicari e dei mandanti non si sa proprio nulla: eppure i dichiaranti di camorra, si può dire, che abbiano parlato di tutto ma di questo fatto di sangue nessuno ha mai fatto cenno.
Un mistero italiano, un mistero cervinarese, che si addentra in altre situazioni come il sequestro Cirillo, l’omicidio Calvi ed anche vicende relative alla banda della Magliana. (continua)
Peppino Vaccariello