Cervinara: il pasticciaccio della Tari che il sindaco non risolve
Cervinara: il pasticciaccio della Tari che il sindaco non risolve. Le famiglie meno abbienti di Cervinara dovevano avere già la Tari abbassata, al minimo. Almeno questo aveva scritto in diversi comunicati la prima cittadina di Cervinara.
Scritti da lei e da noi riportati, mentre agli studi professionali, alle agenzie e agli uffici, finalmente, dopo le denunce de Il Caudino la stessa tassa viene abbassata.
Aumento del 35 per certo
Del resto, a queste categorie l’aumento del 35 per cento della Tari era stato fatto all’insaputa del sindaco di Cervinara. Almeno così sembra a sentirla. In realtà, la stessa prima cittadina è costretta a tornare clamorosamente indietro, dopo i distinguo del suo vice Tangredi e dell’assessore Cioffi.
Torna indietro e cerca di scaricare su quei due reprobi e peccatori tutte le colpe. Tornando indietro, però, a parte il parlare forbito non fa altro che aumentare la confusione e il pasticciaccio sulla Tari che lei ha creato. Quando parla di collegialità dimentica di essere il sindaco.
Per abbassare le quote di alcune utenze domestiche, quelle delle famiglie più bisognose, infatti, deve usare i 149mila euro che il governo ha stanziato per loro. Se lei non avesse aumentato la Tari, tutta la somma poteva essere usata per altro. Questo lo sa, lo sa bene e naturalmente non lo dice.
Il complotto e la revoca
Come non dice tanto altro. Poi, visto che accusa apertamente di complotto vice sindaco a assessore perché non li revoca? Che senso ha tenerli ancora in giunta? Del resto alle riunioni di giunta non li invita neanche.
Faccia chiarezza la prima cittadina. Ma la faccia sul serio. Le mezze verità non servono a nessuno, di certo non servono al paese. Cervinara l’ha eletta con un larghissimo suffragio. Ma è trascorso più di un anno e, a parte, parole forbite e selfie il paese attende ancora di vederla all’opera seriamente.
Ad ogni annuncio segue un distinguo, mentre i problemi si accumulano. E si accumulano proprio per quelle fasce sociali a cui dovevano andare i 149 mila euro del governo, parte dei quali andranno per pagare l’aumento della Tari.