Cervinara: la Cgil irpina dimentica il sacrificio di Antonio Sacco e noi lo ricordiamo
Cervinara: la Cgil irpina dimentica il sacrificio di Antonio Sacco e noi lo ricordiamo. Ogni anno Il Caudino ricorda la vittima più giovane della tragedia di Marcinelle. Si tratta di un cittadino di Cervinara, paese che, ricordiamo al segretario provinciale della Cgil irpina, Franco Fiordelisi, si trova in provincia di Avellino. Certo la Valle Caudina è lontana della sua Calitri ma un segretario provinciale, nomen omen, dovrebbe stare attento a tutto quello che avviene sull’intero territorio.
La distrazione di Fiordelisi verso la Valle Caudina
Abbiamo già sottolineato in altri articoli la distrazione, chiamiamola così, di Fiordelisi verso la Valle Caudina ma oggi siamo rimasto particolarmente colpiti da un comunicato stampa sulla tragedia di Marcinelle.
Un sindacato che non ricorda che la più giovane vittima di quella tragedia è irpina di Cervinara ha qualcosa su cui riflettere. Così noi oggi, giorno della vigilia della tragedia di Marcinelle ricordiamo Antonio Sacco, così magari il prossimo anno, il compagno segretario Fiordelisi non avrà vuoti di memoria.
Aveva sedici anni Antonio Sacco, ma era dovuto diventare uomo presto. Anche se sei ancora un ragazzo, per scendere in un pozzo nero e lavorare 14 ore al giorno, devi per forza avere la forza di un uomo.
Viso nero di fuliggine
Aveva sedici anni Antonio Sacco ed un viso nero di fuliggine, polmoni pieni di carbone e, forse, nel cuore il sorriso di una ragazza di Pantanari che aveva giurato di sposare quando sarebbe tornato dal Belgio.
Aveva sedici anni Antonio Sacco, ma quel giuramento non lo hai mai potuto mantenere. A soli sedici Antonio Sacco da Pantanari di Cervinara, è stata la vittima più giovane della tragedia di Marcinelle in Belgio. Domani, l’otto agosto , saranno trascorsi esattamente 67 anni dal disastro nella miniera di carbone Bois du Cazier. Vi persero la vita 263 persone, la stragrande maggioranza italiana.
Carne da macello
Morirono perché non vi erano criteri di sicurezza, perché gli italiani erano carne da macello, buoni per lavorare come muli, per scendere nel ventre della terra, senza fiatare, senza diritti. Gli italiani erano carne da macello.
Antonio Sacco oggi avrebbe 83 anni , forse, sarebbe nonno e, certamente, potrebbe essere un anziano tranquillo, che dopo aver lavorato tutta la vita, si potrebbe godere qualche giorno sereno.
A lui, Cervinara, nel 2010, treducu anni fa ha dedicato l’aula consiliare. Una dedica doverosa perché, il nostro paese, ha visto tante persone, come Antonio Sacco, lasciare la propria terra per cercare fortuna nel mondo. Un fenomeno migratorio, iniziato ai primi del Novecento e continuato sino alle prima metà degli anni Settanta. Ed ora, purtroppo, sta ricominciando, anche se con aspetti diversi. Ma l’emigrazione dei giovani caudini non interessa la Cgil irpina ed il suo segretario Franco Fiordelisi.
Il sogno degli emigranti
Ad andare via non solo le braccia, ma le menti che non trovano alcun tipo di spazio lavorativo. Antonio Sacco morì anche con il sogno di poter migliorare le proprie condizioni di vita, di far studiare i figli. Chi sa cosa direbbe oggi, nel vedere quelli che potrebbero essere i suoi nipoti, abbandonare lo stesso Cervinara.
E chi sa cosa direbbe nel vedere i suoi connazionali respingere i disperati come lui. dimenticando un passato che dovrebbe essere tatuato suo nostro cuore e nella nosra mente. Aveva solo sedici anni Antonio Sacco da Pantanari, lui e quelli come lui partirono per fame e disperazione, ma anche con la speranza di rendere più giusto questo mondo.
Il sogno di un ragazzo di sedici anni, ingoiato dal buio di una miniera. non si può tradire, conviene segretario Fiordelisi?