Cervinara: Limata non mangia e non dorme
Cervinara: Limata non mangia e non dorme. Giovanni Limata sta male. Lo riporta un articolo de Il Mattino, firmato da Gianni Colucci. I suoi legali, Kalpana Marro e Fabio Russo, hanno chiesto una visita medica in carcere.
Recluso a Bellizzi
Il 23enne di Cervinara si trova recluso presso il carcere di Bellizzi Irpino dallo scorso 24 aprile. La sera precedente, ad Avellino, ha ucciso il padre della sua fidanzatina Aldo Gioia con 14 coltellate. Anche se, bisogna appurare che ha sferrato lui tutti i colpi.
A quanto pare, dopo un primo periodo, Limata sembra accusare problemi neurologici. Non mangia e non dorme la notte. I Genitori lo visitano una volta la settimana e trovano preoccupanti le sue condizioni.
Tanto che gli avvocati Marro e Russo hanno già chiesto la visita medica in carcere. Ma, nei prossimi giorni chiederanno un’autorizzazione per farlo visitare da uno specialista di loro fiducia. Del resto, la fragilità psichica del 23enne è nota.
Meno di tre anni fa tentò di togliersi la vita. A metterlo in salvo fu il tempestivo intervento del comandante della stazione dei carabinieri di San Martino Valle Caudina, il maresciallo Franco Rianna.
Probabilmente a quasi due mesi dal fatto di sangue, Giovanni Limata inizia a capire quello che è successo quella maledetta notte ad Avellino. Qualche settimana fa, gli è arrivata una lettera da Elena Gioia.
Inchiesta sull’omicidio
Intanto, l’inchiesta su quell’efferato fatto di sangue continua. Il titolare dell’inchiesta, il sostituto procuratore Vincenzo Russo attende le analisi del dna sul coltello cobra. Si tratta dell’arma usata per uccidere Aldo Gioia.
L’esame dovrà dire se ha sferrato lui tutte le quattordici pugnalate o è opera anche di Elena. Sembra essere questo l’ultimo mistero da chiarire . Le chat dei telefono dei due giovani, infatti, hanno svelato tutto. Il piano omicida doveva colpire anche la sorella e la mamma di Elena. Le due si sono salvate, forse, grazie alla reazione del padre.