Cervinara, Madonna ucciso perché sapeva tutto sulla trattativa Stato-Camorra?
“Scusatemi tanto, ma non posso. Le mie donne mi hanno vietato di pentirmi”. Sono le parole con le quali Raffaele Cutolo mise fine all’unico momento di trattativa che aveva intrapreso con la magistratura. Era il 1994, l’anno prima a Cervinara era stato trucidato il suo “consigliori”, l’avvocato Enrico Madonna. Una vicenda che ricorda bene Franco Roberti procuratore nazionale antimafia. Una storia che oggi ha ricordato con una intervista a La Repubblica, dopo che la settimana scorsa, il fondatore della Nuova Camorra Organizzata, con un colloquio con lo stesso quotidiano aveva dichiarato che se parla lui, crolla lo stato. Roberti, nel 1994 era in servizio presso la direzione distrettuale antimafia di Napoli. E fu proprio lui, con il collega Francesco Greco a raccogliere le primissime dichiarazioni di Cutolo. Un colloquio subito interrotto perché, la sorella e la moglie del boss, temevano anche per la loro vita. Ora Roberti invita don Raffaele, che ha trascorso in carcere 51 anni su 74 di età, di cui 34 di carcere duro, a dire quel che sa. La magistratura valuterà e poi si comporterà di conseguenza. In quelle dichiarazioni, se dovesse accettare l’invito, ci potrebbe essere una traccia per riaprire il caso di Enrico Madonna. Ad ottobre saranno trascorsi 22 anni da quell’omicidio, ma non si sa nulla di mandanti ed esecutori. Eppure, la camorra conta centinaia di collaboratori di giustizia, ma sull’omicidio del consigliori neanche una parola. Forse non è stato solo un regolamento di conti tra la Nuova Camorra Organizzata e la Nuova Famiglia. Lo stesso Roberti ricorda che, al momento, l’unica trattativa sancita da sentenze, passate in giudicato, tra Stato e camorra, riguarda il rapimento di Ciro Cirillo. Cutolo ottenne la liberazione dell’assessore regionale, che conosceva tutto sulla spartizione dei fondi del terremoto. E, certamente, Enrico Madonna sapeva tutto della trattativa. E se fosse stato ucciso per questo segreto?
Peppino Vaccariello