Cervinara, morte Patrizia Marro: per la difesa dell’imputato “pena lieve”
Innanzi al Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Avellino – dott. Vincenzo Landolfi – si è concluso il processo per la morte di Patrizia Marro di Cervinara.
Come si ricorderà, il grave episodio, avvenuto il 26 Marzo di due anni fa, ha fatto si che Sepe Giovanni fosse il primo imputato sul territorio nazionale a rispondere del nuovo e grave reato di omicidio stradale.
Infatti, solo il giorno prima, e precisamente il 25 Marzo 2016, era entrato in vigore il nuovo articolo 589 bis del codice penale che ha previsto pene elevatissime per l’ipotesi di omicidio stradale.
Le prove a carico erano plurime e significative : testimoni oculari, videoriprese e sequestro della autovettura in uso al Sepe riportante danni compatibili con l’investimento del pedone.
Nel corso delle scorse udienze, la difesa del Sepe, rappresentata dagli avvocati Dario Vannetiello del Foro di Napoli e Valeria Verrusio del Foro di Avellino, persistendo nella intenzione di agevolare il più possibile le vittime del tragico incidente, ovvero i familiari della sfortunata Marro Patrizia, aveva chiesto preliminarmente al Gip di ammettere la citazione in giudizio del responsabile civile, ovvero la compagnia assicurativa del veicolo coinvolto nell’incidente, richiesta puntualmente accolta dal Giudice.
Il processo, svoltosi con le forme del giudizio abbreviato, ha, dunque, visto oggi la costituzione in giudizio del responsabile civile; successivamente ha preso la parola il P.M., Dott.ssa Antonella Salvatore, la quale ha concluso chiedendo la condanna del Sepe alla pena di anni 4 e mesi 6 di reclusione.
È stata poi la volta della parte civile – avv. Raffella Cioffi- e del responsabile civile – avv. Italo Benigni.
Infine ha preso la parola la difesa dell’imputato, la quale, schiacciata dalla prove a carico acquisite durante le indagini, ha puntato ad ottenere un mite trattamento sanzionatorio, offrendo interessanti argomentazioni al fine di ottenere l’assorbimento della grave aggravante della omissione di soccorso e la esclusione dell’altra altrettanto pesante aggravante, quella della fuga.
E cosi la pena inflitta è stata quella di soli anni tre e mesi sei di reclusione grazie anche alla concessione delle attenuanti generiche.
La difesa del Sepe, dunque, incassa un buon risultato atteso che, trattandosi di pena al di sotto dei 4 anni di reclusione, ove dovesse essere confermata anche nei successivi gradi di giudizio, consentirebbe comunque all’imputato di ottenere i benefici di legge.
La condanna inflitta , comparata con quelle emesse nei mesi scorsi per casi analoghi e dopo il pesante inasprimento di pena, appare essere piuttosto moderata.
Infatti, è di soli di due giorni fa la notizia che l’attore Domenico Diele, accusato di aver travolto con la sua auto e ucciso la 48enne salernitana Ilaria Dilillo la notte del 24 giugno dell’anno scorso, è stato condannato a 7 anni e 8 mesi di reclusione dopo la celebrazione del rito abbreviato innanzi al Gip di Salerno – Dott. Indinnimeo-.
Si attende adesso il deposito delle motivazioni della sentenza.