Cervinara: quarta assoluzione con formula piena per l’imprenditore boschivo Giovanni Marra

E' stata una vicenda lunga e tormentata che ha minato non poco la vita dell'imprenditore

Redazione
Cervinara: quarta assoluzione con formula piena per l’imprenditore boschivo Giovanni Marra
Cervinara: quarta assoluzione con formula piena per l’imprenditore boschivo Giovanni Marra. Si  chiude con la quarta assoluzione piena la lunga vicenda giudiziaria che ha visto protagonista l’imprenditore boschivo di Cervinara, accusato di numerosi episodi di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose, danneggiamento e furto aggravato.
Il Giudice Monocratico presso il Tribunale Penale di Avellino- dott. Galeota-, all’esito della sua camera di consiglio, ha stabilito ancora una volta che “il fatto non sussiste”, sancendo la totale innocenza dell’imputato e smontando un impianto accusatorio che la difesa definisce “costruito a tavolino, più per volontà che per verità”.
Se da un lato prevale la soddisfazione per la sentenza, dall’altro emerge una profonda delusione e amarezza. Anche il Pubblico Ministero, resosi conto dell’inssussistenza dei fatti contestati all’imputato, ha richiesto l’assoluzione dell’imputato, riconoscendo l’impossibilità di sostenere un’accusa imparziale.
“L’avvocato GIOVANNI ADAMO, difensore storico dell’imprenditore, ha puntato il dito contro le modalità delle indagini e la parzialità di alcune testimonianze. Le indagini non sono state guidate dall’imparzialità: sono state orientate e viziate, con l’obiettivo di costruire un’accusa già scritta. Anche alcune testimonianze hanno contribuito a rafforzare un quadro falsato dei fatti.
Chi avrebbe dovuto tutelare la verità ha invece piegato le regole a forme deprecabili di connivenze. Secondo la difesa, il clima creato attorno all’imprenditore è stato particolarmente ostile. L’avvocato ha annunciato che presenterà un esposto formale al Procuratore Capo della Repubblica di Avellino, dott. Domenico Airoma, affinchè si proceda per falsa testimonianza e calunnia, e che farà anche segnalazioni ai vertici delle istituzioni militari coinvolte, per chiarire eventuali responsabilità disciplinari e penali.
L’assoluzione di oggi non deve avere solo la funzione di generare un risarcimento morale o economico, ma deve essere il punto di partenza per ristabilire la verità e accertare responsabilità precise. Chi ha scelto di mentire o di manipolare la giustizia ha cercato di vincere con l’inganno, come direbbe Socrate, deve rispondere davanti alla legge e alle istituzioni.
Riflettendo sul valore della giustizia e dell’integrità morale, l’avvocato ADAMO ha citato Platone e Socrate“Platone insegnava che la giustizia è l’ordine dell’anima e della società, e che la menzogna è il veleno che la corrompe.
E come diceva Socrate, “‘è meglio perdere onestamente che vincere con l’inganno”. Questo processo ne è l’esempio: chi ha tentato di costruire accuse e manipolare testimonianze ha voluto vincere con l’inganno, tradendo la giustizia stessa, che per fortuna essendo bendata e avendo una bilancia non guarda in faccia a nessuno e sa pesare bene gli uomini.
L’imprenditore, provato ma sollevato, ha espresso gratitudine verso il difensore ma anche amarezza: “Ho sempre creduto nella giustizia, ma questa esperienza mi ha mostrato quanto possa essere fragile quando chi la rappresenta sceglie la menzogna invece della verità.”
Con questa quarta assoluzione, si chiude una vicenda giudiziaria che lascia un segno profondo nella vita dell’imprenditore e nella coscienza civile della comunità. L’avvocato ADAMO conclude: “la giustizia è la virtù più alta perché mantiene l’armonia tra gli uomini.
 Ma quando indagini e testimonianze diventano strumenti per perseguitare un cittadino innocente, chi cerca di vincere con l’inganno tradisce la luce della verità.