Cervinara-Rotondi, La parabola dei seguaci di Milanese
Il coro è terminato già da qualche anno, chi fosse capitato, a Cervinara e Rotondi, negli anni che vanno dal 2007 e sino al 2012, avrebbe potuto ascoltare una sorta di eco diffondersi nelle case, nelle piazze, nei locali, dappertutto. In tanti, non tutti, per carità, pronunciavano, ripetendolo incessantemente, un solo nome, Marco, Marco. C’era stata una sorta di infatuazione collettiva per il consigliere economico di Giulio Tremonti. Infatuazione, aumentata a dismisura, quando Marco Milanese era stato candidato nella lista del Pdl, alla Camera dei Deputati e poi eletto parlamentare. Che tempi! Tremonti fu nominato ministro dell’economia e Milanese divenne il suo plenipotenziario. E così, nei due centri caudini si fece a gara a dimostrare una lunga amicizia, rapporti consolidati con lui. Spuntarono come funghi, compagni di scuola, amici di vecchia data e consolidati rapporti, di quando, naturalmente, Milanese non era potente. Figuriamoci, le amicizie sono sempre, tutte, disinteressate. Questa gente era solo interessata a riprendere vecchi rapporti con una cara persona, che poi fosse diventato potente era solo un fatto marginale. Insomma, il carro del vincitore, in questo caso delle rombanti spider, era davvero quanto mai affollato. Del resto, l’allora deputato dava retta a tutti, era molto affabile e, forse, avrà accontentato anche più di una richiesta. Voleva costituire, in provincia di Avellino, non solo a Cervinara e a Rotondi, una sorta di squadra personale per continuare la sua inarrestabile ascesa politica. Le cose, poi, sono andate diversamente ed è notizia di ieri, il suo coinvolgimento nell’ennesima inchiesta giudiziaria. Da quando di lui hanno cominciato ad interessarsi i giudici, il coro, Marco, Marco, si è spento, è cessato, come per incanto. Gli amici? Quasi tutti scomparsi, svaniti come neve al sole. Nessuno ha più ricordi da vantare e vecchie storie da raccontare. Sic transit gloria mundi, verrebbe voglia di dire. Per dovere di cronaca, bisogna ricordare che il sindaco di Cervinara, Filuccio Tangredi, non perde occasione per sottolineare che l’allora deputato ha fatto avere al comune di Cervinara un cospicuo finanziamento per la vicenda della zona rossa. Tutti gli altri, però, sono scomparsi, il codazzo di amici, questuanti, ammiratori e via dicendo non esiste più e da tempo. Purtroppo, questa vicenda rimarca solo la grande ipocrisia di fondo del rapporto che taluni continuano ad avere con la politica e con i potenti. Di questi importa solo quello che possono fare per noi singoli, non si guarda mai a cose più alte ed importanti. E, forse, anche questa è una delle ragioni per le quali le nostre comunità restano al palo per quanto riguarda lo sviluppo. Dai politici e dalla politica dobbiamo pretendere l’interessamento sui grandi problemi, quelli veri, dovrebbe essere terminato per sempre il rapporto feudale che lega ad essi.
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