Cervinara, San Martino, Roccabascerana, più del 50% dei bimbi resta a casa

Redazione
Cervinara, San Martino, Roccabascerana, più del 50% dei bimbi resta a casa
Maestra salva la vita ad un bimbo di sei anni che stava soffocando

Cervinara, San Martino, Roccabascerana, più del 50% dei bimbi resta a casa. Rispetto ad ieri, la situazione è leggermente migliorata. Qualche  genitore in più ha deciso di portare i propri  bimbi  alla scuola  materna e alla prima elementare di Cervinara, San  Martino Valle Caudina e Roccabascerana.

Ma, le due dirigenti scolastiche, Antonia Marro per Cervinara a Maria Pia Farese per San Martino e Roccabascerana ci fanno sapere che restiamo al di sotto del cinquanta per cento. Questo vuol dire che  la stragrande maggioranza dei genitori ha paura di far tornare i propri figli a scuola.

Eppure, in tutti e i plessi dei tre paesi sono state prese la massime misure di sicurezza. Senza contare che gli stessi genitori, i bimbi, i docenti ed il personale ata, nei giorni scorsi, sono stati sottoposti ad uno screening dal quale non è emersa alcuna positività.

Insomma, non dovrebbero esserci ragioni per non far tornare i piccoli a scuola. I genitori devono anche tenere e mente che trascorsi cinque giorni dovranno presentare una valida giustificazione per spiegare i motivi per cui non fanno tornare i loro piccoli a scuola.

Ricordiamo poi,  che i bimbi delle prime elementari di questi tre paesi, se non tornano a scuola, resteranno privi dell’insegnamento. Non esiste, infatti, la didattica mista. Non  potranno seguire da casa le lezioni delle maestre.

Insomma, si rischia di arrecare non pochi danni alla formazioni dei bambini. Ma la paura di poter contrarre il virus sembra essere più forte di questo rischi.

Le cose potrebbero addirittura peggiorare se, come appare sempre più possibile, il nove dicembre il presidente De Luca dovesse di far tornare in classe i bambini dalle seconde elementari e sino alla prima media.

Gli stessi timori che nutrono le mamme ed  i papà dei bimbi delle prime elementari sono proprie anche di quelli della seconda in  poi. Si rischia davvero di lasciare tanti bambini molto più poveri dal punto di vista educativo.