Clan Pagnozzi, dalla Corte di Appello nove assoluzioni e pene ridotte
Nove assoluzioni piene, una decima parziale e la rideterminazione delle pene per tre imputati. La Corte di appello, al termine dell’ultima discussione da parte dell’avvocato Antonio Leone si è ritirata in camera di consiglio, ed all’esito ha emesso sentenza
In particolare -, assolti, perchè il fatto non sussiste e per non aver commesso il fatto, Massimiliano Russo (10 anni), Pietro Parrella (8 anni e 4 mesi), Pasquale De Guida (6 anni), Salvatore Letizia (7 anni), Saverio Sparandeo (8 anni e 6 mesi), Salvatore Lucio Fiore (8 anni e 6 mesi), Benito Caputo (12 anni e 6 mesi) – per lui anche la dichiarazione di intervenuta prescrizione di un addebito -, Pasquale Colombo (9 anni) e, da due imputazioni, Domenico Pagnozzi, per il quale la condanna è scesa da 19 anni a 16 anni e 10 mesi.
Pena ridotta anche per Antonio Maglione e Carlo D’Angelo (da 9 a 7 anni). Per Caputo e Sparandeo anche l’immediata liberazione se non detenuti per altro. Pagnozzi, Maglione e D’Angelo sono stati condannati al pagamento delle spese di costituzione di parte civile, nel giudizio appena concluso, in favore dell’associazione ‘Alilacco Sos impresa’. Per il resto, la Corte ha confermato le tre condanne stabilite in primo grado (da 1 anno a 1 anno e 8 mesi).
Impegnati nella difesa gli avvocati Antonio Leone, Andrea De Longis senior, Federica Ventorino, Pierluigi Pugliese, Dario Vannetiello, Maria Cristina Caracciolo, Alessandro Della Ratta, Ettore Marcarelli, Vittorio Fucci, Vincenzo Regardi, Marcello D’Auria, Francesco Perone, Antonio Gravante. Le accuse contestate a vario titolo: associazione per delinquere di stampo camorristico, estorsione, spaccio di stupefacenti e armi, con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa. Il 12 febbraio del 2015 il Tribunale di Benevento aveva deciso quindici condanne – uno dei destinatari è nel frattempo deceduto- e tre assoluzioni, ora la pronuncia di secondo grado.