Clan Pagnozzi, oggi è stata pronunciata la sentenza a Napoli
Oggi pomeriggio si è concluso il processo di appello nei confronti del Clan Pagnozzi.
L’operazione denominata “La Montagna”, che nel giugno 2012 portò all’arresto di numerosi esponenti ed affiliati del clan Pagnozzi di San Martino Valle Caudina tra i quali Pagnozzi Domenico e Paolo, De Paola Orazio, Palluotto Carlo, Piacentile Nino.
Associazione di tipo camorristico; estorsioni, detenzione e porto illegale di esplosivi e armi da sparo, tutti aggravati dal metodo mafioso; usura, tentato omicidio; traffico di sostanze stupefacenti; detenzione e cessione continuata di stupefacenti sono i reati per i quali erano stati condannati in primo grado i 12 imputati che chiesero di essere giudicati col rito abbreviato.
Le pene applicate in primo grado dal Giudice dell’udienza preliminare di Napoli erano state severissime: da 18 anni di reclusione fino a 5 anni.
“Oggi, la VI sezione della Corte di Appello di Napoli – Presidente Dott.ssa Gentile, a latere Dott.ssa Apicella e Dott.ssa Bruno-, ha dimostrato – spiega una nota del collegio difensivo – di aver condiviso molte delle argomentazioni giuridiche portate avanti con fermezza dalle difese impegnate nel giudizio di secondo grado.
In particolare, tra le riduzioni di pena più significative vi è quella concessa al Palluotto, difeso dai penalisti Dario Vannetiello e Valeria Verrusio. Infatti, la pena di anni 12 applicata in primo grado al Palluotto è stata ridotta a soli anni 1, mesi 6 e giorni 20”. “I Giudici napoletani, accogliendo le specifiche richieste difensive – spiegano i due legali – hanno riconosciuto la continuazione dei fatti dell’odierno processo, con la condanna per una precedente rapina per la quale il Palluotto aveva precedentemente riportato condanna ad anni 8 di reclusione. Si tratta di una riduzione impressionante se si considera che il Palluotto rispondeva, tra l’altro, di lesioni aggravate ai danni un giovane del luogo (inizialmente qualificate dalla DDA partenopea come tentato omicidio), oltre che di partecipazione al clan Pagnozzi, detenzione delle armi del clan e ricettazione”.
“L’unico tra gli imputati – continua la nota – che non aveva rinunziato ai motivi sulla assoluzione e che risulta aver ottenuto un risultato favorevole è il boss De Paola Orazio difeso dall’avvocato Dario Vannetiello, che è stato assolto da uno dei due reati di estorsione contestati (ai danni di un noto imprenditore) ed ha ottenuto anche una forte riduzione di pena inflitta per la partecipazione al clan Pagnozzi . Così la pena è passata dai 10 anni di reclusione disposti in primo grado, ad anni 7 e mesi 6, con l’ulteriore vantaggio di poter ricorrere ancora in Cassazione rispetto ai reati che sono rimasti. Il boss caudino De Paola ha, in aggiunta, la possibilità di invocare l’applicazione del reato continuato in un separato procedimento all’esito del quale potrà beneficiare di una ulteriore riduzione di pena, con conseguente scarcerazione. Significativa riduzione di pena anche per Piacentile Nino, difeso dall’avv. Marco Argirò, che dai 18 anni disposti in primo grado, è passato ad anni 14 di reclusione con concessione della continuazione con la sentenza per rapina già passata in giudicato. Anni 12 di reclusione per Corda Raffaele, difeso dagli avvocati Leone e Luongo. Anni 8 e mesi 8 per Catone Pasquale difeso dall’avv. Alesci. Anni 2 e mesi 8 per De Rosa Giulia e anni 4 e mesi 8 per Grago Alfonso, difesi dall’avv. Ciccarelli. Confermata la sentenza di primo grado per i coimputati Sparandeo Saverio, Morelli Carmine, De Vivo Francesco, Savoia Luisa”.