Coronavirus: dal 20 febbraio al 31 marzo, in Campania meno morti degli anni precedenti

Redazione
Coronavirus: dal 20 febbraio al 31 marzo, in Campania meno morti degli anni precedenti

Dal 20 febbraio al 31 marzo 2020 in Campania sono morte 5.117 persone, mentre la media calcolata sullo stesso periodo per gli anni 2015-2019 è di 5.168 persone.

Il dato secco che emerge è che col coronavirus in Campania c’è stata una diminuzione di morti dell’1.9% rispetto alla media di marzo degli ultimi cinque anni.

Un dato che sembrerebbe paradossale, ma che va circostanziato: è vero che ci sono stati meno morti rispetto al marzo degli anni scorsi, ma si deve anche considerare che la variazione media per i mesi di gennaio e febbraio è di -4,7%, quindi probabilmente, senza Covid-19, la diminuzione sarebbe stata molto più evidente.

La variazione viene dal rapporto dell’Istat “Impatto dell’epidemia Covid-19 sulla mortalità totale della popolazione residente – primo trimestre 2020”, che prende in esame i dati dal 20 febbraio 2020, giorno in cui è stato segnalato il primo caso in Lombardia, al 31 marzo 2020 e li confronta con la media degli anni precedenti.

Vengono considerati decessi legati a Covid-19 quelli monitorati nel registro di sorveglianza dell’Iss, Istituto Superiore di Sanità per i quali il virus ha influito nella morte direttamente o indirettamente (vengono esclusi i casi in cui la malattia palesemente non ha influito, come i traumi).

Da Covid-19 un’Italia spaccata in tre

Dal rapporto emerge un’Italia spaccata in tre: un Nord dove c’è stata una ampia diffusione con intere province flagellate, un Centro dove la diffusione è stata media e un Sud dove, infine, il contagio non si è esteso con la stessa violenza ed ha causato un numero di decessi molto inferiore.

L’aumento di mortalità è evidente quando si confrontano i dati di febbraio, dove generalmente si riscontra un calo dei decessi rispetto agli anni scorsi, con quelli di marzo, quando la variazione è significativa.

Il confronto tra regioni restituisce il quadro della diffusione dell’epidemia e delle notevoli differenze di impatto. Controllando i dati relativi alla Lombardia, per esempio, si vede che i decessi totali dal 20 febbraio al 31 marzo sono stati 27.279 (8.362 relativi al Covid-19) contro la media di 11.195: una variazione del -7,5% rispetto alla media gennaio/febbraio 2015-2019, ma del 186,5% rispetto alla media di marzo 2015/2019.

In Campania, invece, ci sono stati 5.117 morti (di cui 79 Covid, l’1,5%), con variazioni su febbraio del -4,7% e su marzo del -1,9%.

Il dato è sicuramente legato al numero di contagi: ad oggi, 5 maggio, la Campania conta 4.498 contagiati totali, con un tasso di guarigione del 31,59% (1421) e di mortalità dell’8,14%.

La Lombardia, invece, ha 78.105 contagiati totali, con un tasso di guarigione del 33,93% (26.504) e di mortalità del 18,30% (14.294 decessi). Se il tasso di guarigione è pressoché lo stesso, quello di mortalità di differenzia di molto, essendo in Lombardia più del doppio: il valore potrebbe dipendere dalla maggiore diffusione dell’epidemia, con una carica virale più alta, ma anche dalla crisi degli ospedali che hanno dovuto fare i conti con un numero enorme di pazienti e l’insufficienza dei posti di Terapia Intensiva.

Se in Campania ci fosse stato lo stesso numero di contagiati e il tasso di mortalità sarebbe rimasto invariato, oggi i morti sarebbero 6.357.