Coronavirus: la vicinanza del generale Bianco a Cervinara
Caro Direttore, leggo con viva apprensione che il maledetto coronavirus ha colpito anche Cervinara. Avverto l’obbligo di sentirmi vicino agli ammalati, alle loro famiglie non solo, ed a tutta la collettività della nostra Cittadina, che non solo è mio luogo di nascita, ma anche culla della mia formazione umana e professionale. Sono rimasto nel mio paese sin dopo la laurea ed anche dopo aver vinto il concorso nel Commissariato Aeronautico.
Con tanti Amici d’infanzia e di liceo conservo un rapporto particolare, così come con altri Amici conosciuti nel tempo. Il maledetto terremoto dell’80 mi costrinse ad andar via dalla mia casa lesionata, approdando a Napoli, nell’Aeroporto di Capodichino, dove già dirigevo l’intero comparto logistico-amministrativo e dove tuttora vivo.
Pur avendo avuto nella splendida città Partenopea tante soddisfazioni professionali, politiche ed accademiche, resto legatissimo alla mia città natale, dove ho conservato nella casa avìta tutti i miei ricordi di fanciullezza e gioventù, e dove trascorro ogni week-end.
Questa pandemia, purtroppo, mi ha tolto la libertà di poter continuare (spero ancora per poco!) a venire e frequentare il nostro ridente paese della Valle Caudina, per cui affido a queste righe il mio augurio che gli ammalati guariscano presto, così come saluto tanti Amici con i quali sono in contatto telefonico, e l’intera collettività, a cominciare dal Primo Cittadino Filuccio Tancredi. Affettuosità all’intera Redazione del “Caudino” e al suo Direttore Alfredo Marro, Amico da sempre e prezioso custode della memoria intellettiva di mio Padre.