Coronavirus: test rapidi? Un intralcio, la condanna dell’Asl Benevento

Redazione
Coronavirus: test rapidi? Un intralcio, la condanna dell’Asl Benevento
2 positivi a Cervinara, 2 a San Martino, 1 a Rotondi

Il governo immagina e prepara una fase 2 «omogenea» in tutta Italia per evitare le fughe in avanti delle regioni. D’altronde le accelerazioni ci sono ovunque, con Emilia-Romagna, Liguria, Veneto, Toscana e Lazio, tra le altre, che hanno già iniziato una vasta campagna di test sierologici, quelli che vanno a verificare nel sangue del paziente se ci sia la presenza degli anticorpi, segno che c’è un’infezione in corso o che c’è stata una positività e dunque ora c’è l’immunità.

Al Ministero della Salute però ripetono: gli unici test sierologici da prendere in considerazione sono quelli che saranno validati dall’Istituto superiore della sanità. E a maggio inizierà una grande inchiesta, coordinata dal comitato tecnico scientifico del Ministero della Salute, in collaborazione con l’Istat, per comprendere quanto si sia diffuso il coronavirus nel nostro Paese. «Saremo pronti nel giro di qualche settimana» si sbilancia il professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità.

In sintesi: ancora non sappiamo quale tipo di analisi sierologica è affidabile, l’Iss ci sta lavorando, fino ad allora sono solo fughe in avanti. Di sicuro si useranno solo i test sierologici che il Comitato tecnico scientifico, su indicazione dell’Iss, riterrà affidabili ma anche sufficientemente rapidi per potere realizzare la grande inchiesta su tutta Italia che vada a coprire più regioni, più categorie e cinque differenti fasce di età.

Ieri si parlava di un campione di 100 mila cittadini da cui partire. Intanto, c’è una accelerazione sui tamponi, quelli che hanno valore diagnostico per capirci: ormai in Italia siamo oltre quota 900mila. Il resto, per il momento, sono solo tentativi in ordine sparso.

Per quanto riguarda i testi rapidi, anche l’Asl di Benevento si è espressa in maniera fortemente contraria. Anzi, ha bollato le iniziative che hanno preso alcuni sindaci come di intralcio rispetto ai tamponi che vengono effettuati dall’azienda sanitaria locale.