Dona gli organi ma spariscono telefono e gioielli

2 Giugno 2020

Dona gli organi ma spariscono telefono e gioielli

Una brutta storia che, per fortuna, non mette in ombra uno straordinario gesto di amore e solidarietà, la donazione degli organi. I familiari donano gli organi, grazie ai quali si sono salvate sette persone.

Ma. tra gli effetti personali restituiti al familiare della defunta non ci sono il telefonino cellulare, due anelli, una catenina e un bracciale. L’avvocato Iolanda Giacumbi ha presentato, per conto della famiglia, una denuncia ai carabinieri.

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Saranno loro a verificare se è stato un furto commesso nella tragicità dell’emergenza e l’eventuale responsabile. Purtroppo casi simili non sono rari. Ieri sera i militari erano già in ospedale per individuare le persone che erano state a contatto con la donna.
Finale amaro
Un  finale amaro che non intacca la grande generosità mostrata. Protagonista  Olga, una donna russa di 42 anni. Era originaria di un paese vicino Volgograd. Da alcuni anni viveva, insieme ad una sua connazionale, a Scafati dove lavorava in un bar.

Si sente male. Un’ambulanza del 118 l’accompagna all’ospedale di Sarno dove le viene fatto il test rapido per il Covid-19. Poi a Nocera dove c’è un reparto di neurochirurgia. Gli esami mettono in evidenza un’anomalia all’aorta cerebrale e una precedente micro emorragia coagulatasi da sola ma che ha formato un grumo di sangue nel cervello.

Entra in sala operatoria ma l’intervento si complica per un aneurisma. Viene portata in rianimazione ma è ormai in coma. I medici pensano alla donazione degli organi. Attraverso l’amica viene contattato l’avvocato Giacumbi che negli anni precedenti si era occupata delle pratiche amministrative per il permesso di soggiorno di Olga in Italia.

Cugina

Viene rintracciata la cugina che lavora a Modena, anche lei si chiama Olga. Si mette in viaggio, in auto ha la certificazione del consolato russo e delle autorità italiane per spostarsi dall’Emilia alla Campania. Viene anche fermata tre volte per i controlli.

Nel frattempo il legale riesce a sentire la figlia della donna che vive in Russia, si chiama Valeria ed ha 26 anni. Grazie ad un interprete comprende che la situazione è disperata. E decide di donare gli organi della madre, tutti quelli utilizzabili per un trapianto “secondo la discrezione dei medici”.

Poi l’amara scoperta che qualcuno si è impossessato dei suoi oggetti personali. Un finale amaro che non premia una così grande generosità.

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