Due anni dalla morte di Lucio, amico della Valle Caudina
Sono due anni che l’omino piccolo così ci ha lasciati. Naviga libero alla ricerca di nuove galassie che possano catturare l’attenzione dei suoi occhietti vispi, per poi essere immortalate nel suo canto. Lucio Dalla è andato via ma la sua immensa produzione, tutti quei capolavori che ci ha donato, leniscono il dolore della perdita. Anche se, a volte, ci si chiede come avrebbe reagito davanti a certi fatti. Come ad esempio, cosa avrebbe detto ascoltando i cori razzisti dei tifosi del Bologna contro quelli del Napoli. A lui, che auspicava l’invenzione di una pillola che permettesse di parlare napoletano, quelle parole avrebbero fatto male. Forse anche per questo, Lucio Dalla ci manca. E manca alla nostra terra, alla Valle Caudina di cui è stato grande amico. Proprio l’anno prima che morisse l’ho incontrato ed intervistato a Benevento. Era stato nominato direttore artistico della manifestazione Quattro Notti e più di luna piena ed al teatro De Simone illustrava il cartellone che aveva allestito. Io gli ricordai le sue esibizioni a San Martino Valle Caudina ed i suoi occhi si accesero di interesse. Mi chiese subito notizie di Gianni, ossia, Gianni Raviele il grande giornalista che ha organizzato e regalato San Martino Arte a tutti noi. Lucio Dalla si è esibito quattro volte nel piccolo centro caudino. Non solo, nel 1988 ha toccato Montesarchio con lo straordinario tour fatto insieme a Gianni Morandi. Sono stati tutti concerti memorabili ma c’è ne uno che chi vi ha assistito non potrà mai dimenticare. Era l’agosto del 1986, il folletto bolognese non aveva tour ed aveva trascorso l’estate in barca. Con il viso bruciato dal sole ed un panama bianco in testa, per due ore ci deliziò con il suo repertorio. Poi, alla fine, ci propose una canzone nuova che aveva scritto di getto qualche settimana prima. Era la prima volta che la eseguiva in pubblico. Quella canzone era Caruso. L’anfiteatro restò muto, di fronte a tanta bellezza e poi ci sciogliemmo in un applauso interminabile. Caruso è un capolavoro e Dalla lo aveva voluto regalare a noi, prima di tutti. Un regalo così si fa solo ad una terra che si ama. Sarebbe bello, dopo aver avuto in dono tanta bellezza, se San Martino ricordasse in qualche modo Lucio Dalla. Sarebbe bello se gli venisse intitolata una strada o una piazza. L’omino piccolo così nel suo vagare tra le stelle, ne sarebbe felice.
Peppino Vaccariello