Durazzano, lettera aperta contro l’apertura della cava

Il Caudino
Durazzano, lettera aperta contro l’apertura della cava

Riceviamo e pubblichiamo dal Comune di Durazzano

Ieri pomeriggio (03/09/2019) è stato trasmesso al Comune di Durazzano, con richiesta di pubblicazione all’albo pretorio, l’avviso pubblico per l’avvio delle procedure per il rilascio della concessione alla coltivazione del comparto C12BN_01, ubicato nel comune di Durazzano alla Località Fossa delle Nevi. Avviso emesso dalla Giunta Regionale della Campania Direzione Generale per i Lavori Pubblici e la Protezione Civile UOD 501804 Genio Civile di Benevento – Presidio di Protezione Civile, a seguito della sentenza del TAR Campania n. 2921/2019 del 30/05/2019.

Cava Moccia

Per una compiuta e corretta informazione, si fa notare che questo è l’ultimo atto amministrativo emesso in merito alla diatriba da tutti conosciuta come “Cava Moccia”. Nome legato all’omonima azienda che ha presentato alla Regione Campania la richiesta di coltivazione di una cava di calcare nel comparto C12BN_01 sito nel comune di Durazzano. Una battaglia in cui il Comune di Durazzano, insieme a quelli appartenenti al Parco urbano “Dea Diana” ed all’associazionismo spontaneo nato tra i cittadini delle comunità coinvolte, sta conducendo aspramente ed in tutte le sedi politiche, istituzionali e giuridiche al fine di salvaguardare la SALUTE di circa 20.000 cittadini e l’AMBIENTE in cui essi vivono. È strano notare che mentre nel resto del mondo si parla di tutela paesaggistica e riduzione del consumo delle risorse del sottosuolo, il Genio Civile di Benevento, nonostante nella nostra provincia non manchino le cave a riserva o temporaneamente dismesse che potrebbero essere riattivate, abbia deciso di “coltivarne” una nuova! È anche singolare che il Presidio Regionale sannita non abbia atteso che la sentenza del TAR su citata divenisse definitiva, e si sia precipitato ad avviare le procedure senza, oltretutto, giustificare, nel suo atto, la necessità di una tale solerzia!!

Sentenza Tar

Al riguardo, infatti, occorre chiarire che con la succitata sentenza il TAR Campania, da un lato, accoglieva le difese spiegate in giudizio dal Comune di Durazzano inibendo di fatto alla Ditta Moccia qualsiasi attività estrattiva e rigettando il suo ricorso (iscritto al R.R. n.2491/2016) avverso il diniego della Regione Campania di autorizzazione o concessione per l’avvio dell’attività estrattiva nel comparto C12BN_01 sito alla Località Fossa delle Nevi del Comune di Durazzano. Questo perché, nel caso dell’istanza di autorizzazione, come contestato dal Comune di Durazzano rappresentato in giudizio dall’avv. Luigi Diego Perifano, essa non poteva essere accolta dalla Regione Campania in quanto i terreni di proprietà della ricorrente non raggiungevano la superficie minima necessaria per il rilascio del titolo abilitativo alla coltivazione della cava, e neppure costituivano un unico lotto come richiesto dalla normativa (art. 10, co. 3, NTA del PRAE). Mentre, il rilascio della concessione presupponeva il previo esperimento di una apposita gara pubblica, nel rispetto dell’art. 11 delle N.T.A. del P.R.A.E nonché dei principi di trasparenza e di concorrenza, mai avvenuta!

Ruolo della Regione

Al riguardo, però, lo stesso Tribunale chiariva che: “qualora la Regione ritenesse di avviare la  procedura per la concessione estrattiva, dovrebbe, quindi, avocare al patrimonio indisponibile i terreni di estensione sufficiente a formare il lotto minimo di coltivazione, per poi indire una gara pubblica a cui la ricorrente potrebbe, in astratto, partecipare in condizioni di parità con gli altri operatori interessati”.
Dall’altro lato con la medesima sentenza il TAR Campania nel decidere sull’altro ricorso (iscritto al R.R. n. 3038/2016) proposto dalla Ditta Moccia con cui impugnava la delibera di G.R. Campania n.4/2016, istitutiva del Parco Urbano Intercomunale di interesse regionale denominato “Dea Diana – Est Tifatino”, seppur riconoscendo il pregio paesistico delle aree ricomprese nel detto Parco, riteneva illegittima la inclusione nel perimetro del Parco stesso della sola area corrispondente al comparto estrattivo S33 BN, istituito con D.G.R.C. n. 775/2012, poiché dice il Tribunale Amministrativo che detta area “non era compresa nelle aree a parco, verdi, agricole e archeologiche (in violazione dell’art. 1, co. 2, della L.R.C. 17/2003, richiamato al punto 9 delle linee guida per l’istituzione del sistema di parchi urbani), senza così considerare le valide difese proposte del Comune di Durazzano, costituitosi unitamente ad altri 4 Comuni anch’essi facenti parte del suddetto PUI (Santa Maria a Vico, S.Agata de’ Goti, Cervino ed Airola) e rappresentatati sempre dall’avv. Luigi Diego Perifano.

Revoca

Al riguardo lo stesso Tribunale Amministrativo riferiva nella medesima sentenza che la Regione Campania “per comprendere le aree del comparto estrattivo in quelle del Parco – stante l’incompatibilità tra l’attività estrattiva e il sistema di vincoli sotteso all’istituzione del Parco – avrebbe dovuto REVOCARE l’istituzione del comparto onde conferire alle aree una destinazione compatibile con l’inclusione nel Parco (l’art. 1 co. 2 della L.R. 17/2003)” mettendo, così, definitivamente fine alla storia della CAVA a Durazzano!!!

Ma tutto ciò non è avvenuto! Infatti, sebbene la sentenza del TAR Campania n.2921/2019 non sia definitiva, in quanto il Comune di Durazzano, insieme ad altri Comuni costituiti nel giudizio di primo grado (tra cui S.Maria a Vico) hanno provveduto ad impugnarla dinanzi al Consiglio di Stato, la Giunta Regionale della Campania Direzione Generale per i Lavori Pubblici e la Protezione Civile UOD 501804 Genio Civile di Benevento – Presidio di Protezione Civile anziché VALUTARE LA POSSIBILITÀ DI REVOCARE L’ISTITUZIONE DEL COMPARTO E CONFERIRE ALLE DETTE AREE UNA DESTINAZIONE COMPATIBILE CON L’INCLUSIONE NEL PARCO URBANO INTERCOMUNALE a cui lo stesso TAR riconosce “pregio paesaggistico”, ha deciso di dire SI alla Cava, avviando le procedure di acquisizione al patrimonio indisponibile della Regione Campania di tutte le aree del citato comparto estrattivo dell’estensione di 59,637 mq ed avviare la procedura per il rilascio della concessione estrattiva. In merito non possiamo non sottolineare che, tra l’altro, la procedura avviata ieri ha un triste primato! Infatti, per la prima volta nella sua storia la REGIONE CAMPANIA utilizza lo strumento dell’acquisizione a patrimonio e successiva concessione alla coltivazione a cava di calcare, di terreni privati! Il che ci rende perplessi e preoccupati!

Politica regionale

A questo punto ci domandiamo: e la POLITICA REGIONALE DOV’E’? COSA NE PENSA DI QUESTA SCELTA CHE SPERIAMO SIA SOLO DIRIGENZIALE MA CHE, DI FATTO, DIVIENE EMBLEMA DELLA SUA POLITICA AMBIENTALE? IN SEDE GIUDIZIARIA, COSA HA DECISO DI FARE LA REGIONE? HA PROPOSTO O MENO ANCH’ESSA APPELLO ALLA SENTENZA DEL TAR CAMPANIA (si ricorda che il termine ultimo scade il 05/09/2019) COME HANNO GIA’ FATTO I COMUNI COINVOLTI?

In attesa di esaustive risposte, Noi, amministratori del Comune di Durazzano, non rimaniamo inermi e non possiamo fare altro che chiamare TUTTIallaMASSIMA MOBILITAZIONE, perché il nostro futuro e quello dei nostri figli passa per la difesa, la tutela e la salvaguardia dell’ambiente in cui viviamo!

Durazzano 04/09/019

Il Sindaco e l’Amministrazione Comunale