” Era mio nonno “, diario di un fante caudino nell’inferno della seconda guerra mondiale
” Era mio nonno “, diario di un fante caudino nell’inferno della seconda guerra mondiale. Un diario, scritto più di 80 anni fa, da un ragazzo poco più che ventenne, che parla non forza a noi contemporanei. Questo è il succo del libero, ” Era mio nonno “, di cui è autore Luca Perone.
Il ventenne Saverio Perone
Il ventenne di ottanta anni fa era il nonno, Saverio Perone, un ragazzo di Rotondi,piccolo paese della Valle Caudina, catapultato, come tutti i giovani della sua generazione, nell’inferno della seconda guerra mondiale. In particolare, lui combatte, sul fronte dei Balcani, Albania, Montenegro e Croazia. In quel teatro, infatti, fu dislocato il 93esimo reggimento Fanteria divisione Messina.
A differenza di tanti suoi conterranei, Saverio sa leggere e scrivere. Così annota su un diario tutti i momenti vissuti dal 1940 al 1943, quando dopo l’armistizio dell’otto settembre, riesce. fortunosamente, a tornare a casa. Prima del ritorno,però,dovrà vivere tutta l’assurdità e la crudeltà del secondo conflitto mondiale.
Il ventennio fascista
Bisogna tenere bene in mente che chi scrive è un giovane che si è formato durante il ventennio fascista. Il suo lessico, quindi, non può essere diverso da quello di una martellante propaganda. Non ha, come noi,altri strumenti a disposizione per capire veramente quello che stava avvenendo. Così, una vile guerra di invasione, si trasforma in una conquista a cui l’Italia ha diritto. I partigiani titini sono dei vili banditi che meritano di essere falcidiati e non dei patrioti che si difendono da un’invasione vigliacca.
Eppure,nonostante tutto, leggendo cronologicamente lo scritto di Saverio Perone, ci rendiamo conto di un mutamento anche di coscienza. Il fante illustra gli estremi sacrifici che il suo reggimento deve fare. Oltre ai micidiali attacchi nemici, bisogna fare i conti con un freddo sferzante, con la fame e mille altre privazioni. Tutti i drammi vissuti dal nostro esercito su ogni fronte, in quanto non era affatto pronto alla guerra. Ma Mussolino la volle adf ogni costo, pensando che si sarebbe risolte in pochi mesi e questo lo avrebbe fatto sedere con la Germania nazista dalla parte dei vincitori. Trascinò,invece, il nostro paese nel baratro.
Eppure, il reggimento di Saverio Peone, non sarà mai battuto, ma dopo l’otto settembre, nessuno ha pensato ad un piano per il rimpatrio di quei ragazzi. Un altro fatto che dimiostra come i soldati italiani fossero considerati carne da macello.
Saverio riesce a tornare, con mezzi di fortuna. Ed un incontro con un giovane Padre Pio salverà lui ed i suoi compagni da una delle tante rappresaglie tedesche contro l’esercito italiano.
Il plauso a Luca Perone
Un plauso deve essere fatto al nipote Luca per aver pubblicato il diario del nonno. Non solo, Luca Perone integra lo scritto di quel fante non notizie storiche accurate su tutto quello che avvenne sul fronte balcanico ed anche su fatti salienti ed i leaders del secondo conflitto mondiale.
Il libro sarà presentato domani mattina, domenica 21 maggio, alle ore 9 e 30, presso l’auditorium comunale di Rotondi. Dopo i saluti del sindaco Peppino Ilario e dell’assessore Gennaro Mainolfi,si entreà nel vivo della manifestazione, presentata dall’avvocato Francesca Girardi.
Con l’autore dialogheranno la professoressa Pina Lanni ed il direttore de Il Caudino Peppino Vaccariello. Al termine della presentazione, all’interno della villa comunale verrà scoperta una targa con i nomi dei 17 militari di Rotondi, morti nella seconda guerra mondiale. Una domenica mattina per non dimenticare gli orrori della guerra e per ricordare chi si è sacrificato per la nostra libertà.