Firmato il protocollo di intersa verso il contratto del fiume Ufita
Firmato il protocollo di intersa verso il contratto del fiume Ufita. Il Presidente della Provincia di Benevento Nino Lombardi ha firmato a Grottaminarda (AV), presso la sede del Consorzio di Bonifica dell’Ufita, il protocollo di intesa “Verso il contratto di fiume Ufita” finalizzato alla stipula del Contratto di Fiume Ufita.
I firmatari del documento
Il documento è stato siglato con il Delegato del Presidente della Provincia di Avellino, il Vice Presidente Girolamo Giaquinto, ed il Presidente del Consorzio dell’Ufita Francesco Vigorita.
Lombardi, che ha fatto proprio un invito ed una deliberazione del Consorzio di Bonifica dell’Ufita su proposta del delegato della Provincia di Benevento Vincenzo Principe, ha ricordato nel corso del suo intervento nel pubblico dibattito le opportunità di governo del territorio che si dischiudono con il disposto della Legge regionale n. 5 del 6 maggio 2019 che interviene in materia di Contratto di fiume.
Del resto, come aveva sottolineato lo stesso Delegato Principe nella proposta proposta, sono necessari interventi strategici per recuperare le caratteristiche autoctone del fiume. Il contratto di fiume è uno strumento ideale per poter lavorare verso il progetto “Azione clima del 2050” e poter garantire alle future generazioni un territorio salubre, ricco e attrattivo.
Nel comprensorio del Consorzio ricadono i territori di 37 Comuni, di cui 25 della provincia di Avellino, 8 della provincia di Benevento e 4 della provincia di Foggia.
La lunghezza del fiume
Il fiume Ufita, lungo 49 km., con un bacino imbrifero di 479 km², bagnando alcuni Comuni irpini e del Sannio, nasce in provincia di Avellino nell’area della Baronia, scorre per lunghi tratti in direzione nord-ovest, entra quindi nel Sannio dopo aver ricevuto l’affluente Miscano, e confluisce nel fiume Calore Irpino all’altezza della stazione ferroviaria di Apice – Sant’Arcangelo Trimonte.
Il Contratto di Fiume consente l’adozione di un sistema di regole in cui i criteri di pubblica utilità, rendimento economico, valore sociale e sostenibilità ambientale intervengono in maniera paritaria nella ricerca di soluzioni efficaci per la salvaguardia dei bacini/sottobacini idrografici.
La qualità ambientale è condizione primaria per garantire nel lungo periodo una migliore qualità della vita e quindi uno sviluppo sociale ed economico del territorio e dipende dal mantenimento dei processi ecologici naturali, i “servizi” ecosistemici insostituibili quali la qualità e fertilità del suolo, la disponibilità e qualità dell’acqua, la qualità dell’aria ed il mantenimento dei cicli climatici e quindi salute e sicurezza per gli abitanti.
Ecosistemi essenziali
I corsi d’acqua rappresentano ecosistemi essenziali per lo sviluppo, la salute e la sicurezza del territorio, in quanto sono ecosistemi complessi, interconnessi con l’ambiente e il territorio in maniera articolata e dinamica, e come tali necessitano di un approccio cognitivo e gestionale integrato.
La riqualificazione fluviale, se necessaria, deve essere rivolta al mantenimento e/o al ripristino delle funzionalità ecologiche dei corsi d’acqua ed è uno strumento strategico ineludibile per lo sviluppo del territorio.
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