Gimbe, in 7 giorni il dato dei morti cresce del 46%, è la quarta ondata
Gimbe, in 7 giorni il dato dei morti cresce del 46%, è la quarta ondata. Dai casi ai decessi, passando per i ricoveri, cresce l’epidemia e “di fatto siamo entrati nella quarta ondata”. Dopo 15 settimane di calo, tornano a salire le vittime: 111 nell’ultima settimana. Si tratta del 46% in più rispetto ai 76 della settimana precedente.
Fondazione Gimbe
Lo rileva il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe relativo alla settimana 21-27 luglio 2021. Periodo che vede un incremento settimanale del 64,8% di nuovi casi. Si tratta di 31.963 rispetto 19.390 della settimana precedente.
Si registra un aumento del 42,9% di persone in isolamento (68.510 rispetto a 47.951), un aumento del 34,9% di ricoveri con sintomi (1.611 rispetto a 1.194) e del 14,5% delle terapie intensive.
In tutte le Regioni eccetto il Molise si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi e in 40 Province l’incidenza supera i 50 casi per 100.000 abitanti.
Maggiore circolazione del virus
Tre Province fanno registrare oltre 150 casi per 100.000 abitanti: Caltanissetta (272), Cagliari (257) e Ragusa (193). Il virus, inoltre, “circola più di quanto documentato dai nuovi casi identificati”, dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe.
Circola di più “a causa dell’insufficiente attività di testing e dalla mancata ripresa del tracciamento dei contatti, reso sempre più difficile dall’aumento dei positivi”. Infatti, a fronte ad un’impennata del rapporto positivi/persone testate (dall’1,8% della settimana 30 giugno-6 luglio al 9,1% di quella 21-27 luglio) la media dei nuovi casi ha subito una flessione nell’ultima settimana.
Incremento dei ricoveri
Si conferma infine un lieve incremento dei ricoveri che documenta l’impatto ospedaliero della variante delta. Il numero di posti letto occupati da pazienti Covid in area medica è passato dai 1.088 del 16 luglio ai 1.611 del 27 luglio. E quello delle terapie intensive dai 151 del 14 luglio ai 189 del 27 luglio. Anche se le percentuali rimangono basse, con tutte le Regioni che registrano molto valori inferiori al 15% per l’area medica e al 10% per l’area.