Giovanni, Elena e l’amore dei familiari

Redazione
Giovanni, Elena e l’amore dei familiari

Giovanni, Elena e l’amore dei familiari. “Ciò che Giovanni ed Elena hanno fatto non ha perdono. Non hanno distrutto solo la loro vita, ma anche la nostra, annullando tutto ciò in cui crediamo e che abbiamo costruito.

Una lettera da rispettare

Nonostante tutto, come si fa ad estraniarsi così tanto e scegliere di odiare tuo fratello/figlio in questo momento, e lasciarlo solo?” Questo è il passaggio fondamentale della lettera che ci ha inviato ieri sera la sorella di Giovanni Limata. Una lettera inattesa, scritta con il cuore.

Abbiamo deciso, coscientemente, di non commentare a caldo le parole di una ragazza, trafitta dal dolore, che deve assistere anche alla lapidazione pubblica della sua famiglia. “Ciò che hanno fatto non ha perdono”. Non fa sconti questa ragazza ad un gesto terribile.

Allo stesso tempo, però, richiama il legame familiare che non può sciogliersi, soprattutto in un frangente terribile come questo. “Nonostante tutto, come si fa ad estraniarsi così tanto e scegliere di odiare tuo fratello/figlio in questo momento, e lasciarlo solo?”.

La domanda che pone ha una sola risposta, non si può lasciare soli questi ragazzi, con la consapevolezza che hanno fatto qualcosa di terribile. La mamma di Elena, la moglie del 53enne assassinato, non ha lasciato sola la figlia. Così come la famiglia Limata non lascerà solo Giovanni.

Questo non vuol dire che si giustifica un delitto efferato. Non rappresenta neanche una scelta di campo. E’ solo il naturale gesto di protezione di una famiglia. Viene in mente il papà di Erika e la strage di Novi Ligure. Ed ancora Antigone che decide di seppellire il fratello Polinice, ribellandosi alla legge di Creonte.

Questa ragazza ci mette la faccia e chiede, anzi, supplica di lasciare in pace la sua famiglia. Giovanni ed Elena non hanno perdono, non possono essere perdonati, ma devono essere aiutati. La pena a cui saranno condannati dovrà servire per far superare la loro brutalità. Ricordiamoci che la giustizia non è mai vendetta, su questo si fonda la nostra civiltà giuridica.

Vomitare insulti

Chi, in questi giorni, ha vomitato ogni tipo di insulto contro queste due famiglie, non ha pensato minimamente a quanto male potesse fare. Non ha immaginato che stava insultando esseri umani, già duramente provati. Questa ragazza ora chiede solo silenzio e ha tutte le ragioni per farlo. Lei dice che i due protagonisti non possono essere perdonati, ma afferma che loro saranno a fianco di Giovanni.

“La razionalità chiede giustizia, l’amore chiede perdono. Per perdonare bisogna amare e l’amore è oltre la giustizia, è più della giustizia”. A dirlo, commentando il delitto di Avellino è lo psichiatra Vittorino Andreoli. Si tratta della migliore spiegazione per tutto quello sta avvenendo in due famiglie che non perdonano, ma che non possono smettere di amare.

P.V.