Giuseppe De Donno si toglie la vita

Redazione
Giuseppe De Donno si toglie la vita
Giuseppe De Donno si toglie la vita

Giuseppe De Donno si toglie la vita. Si è tolto la vita nel  pomeriggio di ieri Giuseppe De Donno. Si tratta dell’ex primario di pneumologia dell’ospedale Carlo Poma di Mantova che per primo l’anno scorso aveva iniziato la cure del Covid con le trasfusioni di plasma iperimmune.Parliamo della controversa terapia che prevedeva l’infusione di sangue di contagiati dal coronavirus, opportunamente trattato, in altri pazienti infetti.

Da primario a medico di base

De Donno aveva 54 anni e si era dimesso dall’ospedale di Mantova ai primi giorni di giugno per cominciare, lo scorso 5 luglio, la nuova professione di medico di base a Porto Mantovano.

Ancora non sono chiare le circostanze del suicidio e del ritrovamento del corpo, che sarebbe avvenuto da parte di alcuni parenti. L’ex primario abitava a Curtatone con la moglie e una figlia. Molti gli attestati di cordoglio da parte di molti cittadini attoniti per la scomparsa, che hanno ricordato De Donno per aver “salvato molte vite” con la sua terapia.

De Luca aprirà le scuole solo con l’80% dei ragazzi vaccinati

Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, incalza sulla necessità di vaccinare almeno l’80% della popolazione scolastica per riaprire le scuole in presenza.

La denuncia di De Luca

“Nonostante siano aperti dieci centri vaccinali nel territorio dell’Asl Napoli 1 non abbiamo ancora un livello adeguato di iscrizioni di vaccinazione per la fascia al sotto dei 18anni.

E’ chiaro – ha detto a margine di una visita al Rione Terra di Pozzuoli – che se vogliamo arrivare in tranquillità al nuovo anno scolastico noi dobbiamo vaccinare l’80% della popolazione studentesca.

Quello che non facciamo adesso lo dobbiamo fare ad inizio agosto, a fine agosto e soprattutto nel mese di settembre”. “Che sia chiaro a tutti – ha aggiunto – se non ci sono le condizioni di sicurezza le scuole non aprono in presenza. Si devono vaccinare. Non è un obbligo perché questo lo decide il governo nazionale.

La minaccia della didattica a distanza

Se abbiamo in un istituto scolastico solo il 10% dei ragazzi vaccinati si fa la scuola a distanza, non c’è niente da fare. Non possiamo creare i focolai con le nostre mani.

Non penso che ci voglia molto a capire questo. Occorre un impegno straordinario che serve innanzitutto ai ragazzi e alle ragazze per andare finalmente a scuola ed avere una vita tranquilla.

Apertura solo in tranquillità

Bisogna fare uno sforzo in più. Per quanto ci riguarda apriremo quando saremo tranquilli”. A livello nazionale sui vaccini “la comunicazione che è venuta da Roma è stata un disastro ed ha fatto perdere due mesi di tempo. Una grande confusione con i vaccini e con le dosi daeffettuare. Oggi bisogna muoversi ed utilizzare i vaccini che ci sono”.

Le parole di De Luca fotografano una situazione per nulla serena. Oramai il mese di luglio sta per terminare. Resta agosto e qualche settimana di settembre per completare le vaccinazioni ai ragazzi. Lo spettro della dad deve essere fugato ad ogni costo.