Guerra dichiarata con Mastella, Calenda lo porta in tribunale

Redazione
Guerra dichiarata con Mastella, Calenda lo porta in tribunale
Mastella ospita 12 profughi nella villa di Ceppaloni

Guerra dichiarata con Mastella, Calenda lo porta in tribunale. Carlo Calenda querela Clemente Mastella, che si prepara al match in tribunale. Nuova puntata nella saga che coinvolge il leader di Azione e il sindaco di Benevento.

“E’ chiaro che ricevo tante telefonate e i contenuti non li riferisco. Ma una cosa è uno che ti parla come se parlasse con Scilipoti o una prostituta e ti dice una cosa inaccettabile…”, dice Calenda, ospite di RadioUno, tornando sulla telefonata ricevuta da Mastella.

Secondo Calenda, Mastella avrebbe sondato il terreno per conoscere la posizione in relazione al governo Conte e avrebbe ipotizzato l’appoggio del Pd alla candidatura a sindaco di Roma.

Calenda ha reso nota la conversazione con una serie di Tweet e nel prolungato botta e risposta degli ultimi giorni Mastella ha fatto riferimento a segnalazioni che avrebbe ricevuto dall’interlocutore in passato.

Mastella, in particolare, ha fatto riferimento al Cis di Nola. “Su questo Mastella verrà querelato. Io non ho mai parlato con Mastella. Tra l’altro non gestivo porti, quella era una società privata. Non conosco Mastella, tanto che si è presentato.

Banalmente, se non rettificherà quello che ha detto…Ma sono miserie umane”, dice Calenda a Radiorai. A stretto giro, arriva la nuova replica di Mastella: “Ci vedremo in tribunale.

La mia querela a Calenda l’avevo sospesa. Ora anche il mio avvocato ha materia per far valere le mie ragioni. Io sensale, io figuro, io venditore? A presto…”.

Mastella: “Calenda burinotto”. Calenda: “E’ un sensale”

Questo quanto era successo ieri fra i due. Clemente Mastella, sindaco di Benevento, attacca Carlo Calenda a Mezz’ora in più. E l’onorevole Calenda telefona in trasmissione a Lucia Annunziata.

“Spero per i romani che Calenda non diventi sindaco di Roma. Calenda è un burinotto, pariolino e figlio di papà. Non sono io che offendo lui ma è lui che ha offeso me”, dice Mastella, tornando sulla celeberrima telefonata fatta al leader di Azione.

Carlo Calenda, ieri, ha reso noto di aver ricevuto una telefonata dal ceppalonese Clemente Mastella con un ‘sondaggio’ per capire la posizione del candidato sindaco di Roma nei confronti del governo Conte.

“Io conosco Calenda da 20-30 anni – dice Mastella riferendosi alla telefonata, rivelata dallo stesso leader di Azione-. Era lui che mi mandava le segnalazioni quando era consulente del Cis di Nola.

Voti per Renzi?

Nella mia telefonata non gli ho detto di votare per il governo, gli ho chiesto che avrebbe fatto: gli ho chiesto ‘voti per Renzi?’ e lui mi ha risposto: ‘Sono contro Renzi, sono contro il Pd, che deve venire su di me a Roma’.

Allora le telefonata è finita lì”. “Non c’è altro se non cose filtrate in maniera spudorata. Calenda è un po’ burinotto, pariolino, figlio di papà. Non sono io che ho offeso lui ma lui che ha offeso me’, aggiunge il sindaco di Benevento.

L’onorevole Calenda telefona in diretta, ma Mastella non ha intenzione di dare vita ad un confronto diretto: “Per il dato morale che ha messo in piedi, non ho nessuna voglia di parlare con lui”, dice Mastella chiudendo il proprio intervento.

“So che Mastella ha fatto una serie di insulti. Ho solo riportato il fatto che un signore a me sconosciuto mi ha telefonato per dirmi che se avessi fatto votare per il governo Conte, il Pd mi avrebbe appoggiato come sindaco di Roma.

E’ chiaro che si trattava di un sensale, di una persona che cercava voti a nome di altri”, dice Carlo Calenda in collegamento telefonico con Annunziata. “Trovo questa pratica indegna e l’ho liquidato.

Penso fosse giusto che il governo, il Pd e i cittadini sapessero che un figuro del genere si aggira dicendo queste cose. Io ho solo detto quello che è avvenuto, mi piacerebbe sentire dal Pd e dal governo se era incaricato di fare questo tipo di promesse. Io personalmente non lo credo”, aggiunge.