Il covid uccide il barman Luigi a 39 anni

Redazione
Il covid uccide il barman Luigi a 39 anni
Il covid uccide il barman Luigi a 39 anni

Il covid uccide il barman Luigi a 39 anni. La comunità di Scafati, cittadina della provincia di Salerno, è in lutto per la morte di Luigi Barbaro, deceduto a 39 anni a causa di complicazioni insorte dopo la sua positività al Coronavirus.

Di professione barman, Luigi Barbaro era molto conosciuto e benvoluto a Scafati, dal momento che lavorava in un bar molto noto della cittadina del Salernitano. Il 39enne è deceduto purtroppo nelle scorse ore.

Si trovava nell’ospedale Sant’Ottone Frangipane di Ariano Irpino, nella provincia di Avellino, dove era stato trasferito dall’ospedale di Sarno. Qui era stato inizialmente ricoverato dopo essere risultato positivo al Coronavirus.

Condizioni disperate

Quando le sue condizioni di salute sono progressivamente peggiorate, è disposto il trasferimento immediato presso il nosocomio di Ariano Iprino. Qui, purtroppo, è deceduto per il continuo aggravarsi delle sue condizioni.

Cordoglio alla famiglia del giovane è stato espresso anche dal sindaco di Scafati, Cristoforo Salvati, che su Facebook ha scritto: “Voglio esprimere, a nome dell’intera Amministrazione, vicinanza alla famiglia del giovane barista.

Abbiamo appreso della sua morte questa mattina dopo che aveva lottato contro il Covid 19. Un’altra tragedia, una giovane vita stroncata dall’aggressività di questo virus. Le uniche armi che abbiamo per combattere il Covid sono la prevenzione e la vaccinazione.

Dobbiamo stare attenti, continuare a rispettare le regole anti contagio altrimenti non ne usciremo mai e dovremo contare sicuramente altri morti”. Intanto, proprio a Scafati, davanti al Covid Center Mauro Scarlato, si registrano nuovamente code di ambulanze.

Come si era visto negli ospedali campani ad ottobre e novembre del 2020, nel pieno della seconda ondata. In tutto l’Agro-Nocerino-Sarnese, infatti, sono aumentati esponenzialmente i contagi da Coronavirus: sono 259 le persone positive nell’area.

A 23 anni in rianimazione a causa del Covid: in fin di vita volontaria della Croce Rossa

Ha solo 23 anni ed è una volontaria della Croce Rossa. Vive a Follonica (Grosseto) e ha contratto il Covid-19 in forma grave. La ragazza è ricoverata da giovedì scorso nel reparto di terapia intensiva del Careggi, ospedale fiorentino.

Aveva iniziato la cura a casa come asintomatica, poi è comparsa la febbre che continuava a salire. In poco tempo è arrivata anche la difficoltà respiratoria, vero campanello d’allarme per il ricovero.

La 23enne è stata trasferita all’ospedale di Grosseto dove le sue condizioni si sono poi aggravate. Già dal ricovero, in realtà, il suo stato di salute è apparso molto precario a causa del virus. Nonostante i trattamenti, le sue condizioni si son ulteriormente aggravate.

E non sembra rispondere bene alle cure somministratele dai medici. Il personale ha quindi deciso di trasferirla al Careggi di Firenze, per farla seguire da una struttura ulteriormente specializzata.

Della giovane non si sa molto: da tempo era una volontaria della Croce Rossa, ama aiutare gli altri e il suo stato di salute antecedente al primo tampone positivo era ottimo, tanto da non far presagire una trasformazione simile della malattia.

La speranza è quella di vederla rispondere alle cure somministrate in terapia intensiva. Al momento la giocane si trova attaccata a una macchina, l’Ecmo, che le garantisce la sopravvivenza e la respirazione, nella speranza che le sue condizioni di salute possano ancora invertire la rotta e farla riprendere nel miglior tempo possibile.

Sconvolti familiari, amici e coloro che lavoravano accanto a lei. La 23enne è una ragazza il cui impegno per gli altri è sempre stato riconosciuto da chi la conosce. Il suo senso di sacrificio e la sua tenacia sono talmente forti che qualcuno che lavorava spalla a spalla con lei non ha dubbi: alla fine ce la farà.