Il senatore Matera boccia l’atto aziendale per l’ospedale di Sant’Agata dei Goti
Il senatore Matera boccia l’atto aziendale per l’ospedale di Sant’Agata dei Goti. “L’atto aziendale del San Pio deve nascere dall’ascolto del territorio, dall’ascolto di quelle che sono le reali esigenze e richieste di esso”. Così il Senatore di Fratelli d’Italia, Domenico Matera, nel commentare i contenuti della relazione sulla programmazione della Azienda San Pio a firma della direzione della medesima.
Futuro di lungodegenza
Una programmazione che indica per il Sant’Alfonso Maria de’ Liguori un futuro come riferimento di Lungodegenza e Casa di riabilitazione.
“Non è assolutamente una soluzione idonea pensare all’ospedale di Sant’Agata de’ Goti in questi termini – prosegue Matera – In primo luogo perchè non è quello che i cittadini vogliono, non è quello che occorre.
Sant’Agata de’ Goti ed il suo Comprensorio hanno bisogno delle prestazioni previste in seno al Decreto 41 dell’anno 2019, atto normativo restato totalmente inevaso. In più, trasformando il Sant’Alfonso in un polo di Lungodegenza e di Riabilitazione, si finirebbe per creare un clamoroso doppione di una struttura privata convenzionata che è già esistente a Sant’Agata de’ Goti, ovvero il Cmr.
Si creerebbe un’assurda competizione tra le due realtà, creando difficoltà ad una struttura che sta già attraversando difficoltà in termini occupazionali e mettendo in fuga imprenditori che si sono avvicinati ad essa per salvarla.
Nel momento in cui si produce un Atto aziendale, non bisogna produrre documenti unilaterali ma che nascano, lo ripeto, dal confronto.
E’ fondamentale interfacciarsi con le Istituzioni locali, con le realtà politiche, con le forze sindacali, con l’associazionismo. Bisogna capire quali sono le vere emergenze, le vere esigenze e, quindi, comprendere come la politica sanitaria possa avvicinarsi a quella “domanda”.
Al Sant’Alfonso occorre un Pronto Soccorso che sappia realmente fronteggiare le emergenze e tutti quei reparti e servizi che possano mettere il Ps in condizione di lavorare bene, su tutti, quindi, Cardiologia, Chirurgia e Ortopedia”.