La rivolta di psicologi, farmacisti e biologi per la farsa abilitazioni

Redazione
La rivolta di psicologi, farmacisti e biologi per la farsa abilitazioni
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La rivolta di psicologi, farmacisti e biologi per la farsa abilitazioni. Sono in attesa di sostenere l’esame per abilitarsi alla professione. Non sanno né quando né dove, tantomeno se sarà necessario. Tra date, decreti, rinvii, promesse di aiuto della politica, i laureati in psicologia, farmacia e biologia scrivono una lettera ai media per raccontare l’incubo.

“Siamo i laureati in psicologia, farmacia e biologia – si legge nella lettera – vi scriviamo in quanto non ci sentiamo minimamente tutelati dalle Istituzioni. Esse dovrebbero rappresentarci, prime tra tutte il Ministero dell’Università e della Ricerca. Cercheremo di raccontarvi la nostra vicenda nella maniera più sintetica possibile.

Essendo laureati, per poter accedere nel mondo del lavoro necessitiamo dell’abilitazione all’esercizio della professione e dell’iscrizione al nostro Ordine professionale. Per ottenere l’abilitazione è necessario il superamento di un esame di Stato che si tiene due volte l’anno (Giugno e Novembre). In questi mesi di emergenza sanitaria sono prese diverse decisioni in merito allo svolgimento dei nostri Esami di abilitazione. Senza, tuttavia, considerare minimamente la nostra opinione in merito”.

Ci stiamo mobilitando

Dopo aver ripercorso tutte le tappe, punto per punto, scrivono: “Ci stiamo mobilitando facendo gruppo e tentando di ottenere informazioni in merito ai nostri esami di Stato dalle diverse istituzioni, ministeriali, ordinistiche e universitarie. Nessuno ci ha considerato rimpallando la questione da un organo all’altro. Ci raduniamo dunque sotto un’unica egida chiedendo che il nostro esame di Stato tramuti nel riconoscimento del tirocinio professionalizzante, così come fatto per i medici tramite il DL Cura Italia nel mese di marzo.

Poi spiegano: “Attraverso diversi canali siamo riusciti ad interfacciarci con alcuni esponenti politici, sia della maggioranza che dell’opposizione, e che sembravano avere a cuore i nostri interessi. Si propone quindi un emendamento in Commissione 7a Senato. A meno di due giorni dalla sua discussione tale emendamento è ritirato dai senatori che lo avevano proposto (Gruppo Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d’Azione) in quanto a detta loro sarebbe stato bocciato dalla maggioranza. Nel mentre l’ordine del giorno non si discute più in aula in aula in quanto si trova un accordo sul DL tramite un maxi-emendamento che ci esclude totalmente.

Il Ministero dell’Università e della Ricerca in tutto questo tergiversa. Intanto, le Università pubblicano bandi nei quali viene specificato che nel caso le connessioni internet saltassero durante il colloquio d’esame, starà alle commissioni esaminatrici la volontà di un eventuale bocciatura.

Quindi il messaggio finale: “Ci sentiamo presi in giro dalla politica e non considerati da chi dovrebbe rappresentarci. Non siamo dei ragazzini, e non staremo in silenzio a farci trattare in questa maniera. E’ tempo che l’opinione pubblica dia voce anche a chi fino ad ora non l’ha avuta e vi chiediamo quindi di riportare questa notizia”