La Vespa compie 70 anni e la rivoluzione arrivò anche in Valle Caudina
Non poteva che nascere in un giorno di primavera. Forse questo è uno dei segreti della sua eterna giovinezza.
Domani, sabato 23 aprile, la Vespa compie 70 anni ma sembra nata ieri.
Resta modernissima ed ambita: ha sconfitto le barriere del tempo, delle mode, per diventare non solo un mezzo di trasporto a due ruote ma un modo per mettere le ali ai piedi degli italiani.
Dici Vespa e pensi a Vacanze Romane, a Gregory Peck che la insegna a guidare ad Audrey Hepburn, con risultati disastrosi, tanto da finire ad un commissariato che si trovava di fronte al Colosseo.
Quelle immagini, quel buffo mezzo di trasporto conquistarono il mondo; l’Italia tornava, dopo gli orrori della guerra ed il baratro senza fine del fascismo.
Anche altri film, questa volta italiani, tra i quali “Domenica di Agosto” e “Le ragazze di Piazza di Spagna”, entrambi di Luciano Emmere un regista ingiustamente dimenticato, raccontarono meglio di un trattato sociologico come, grazie alla Vespa, gli italiani si mettevano, finalmente, in movimento.
E’ stato così anche per la Valle Caudina. I ragazzi degli anni Cinquanta, non tutti, però, passarono dalla bicicletta alla Vespa. Fu una vera e propria rivoluzione perchè iniziarono incredibili scorribande.
Si poteva andare al mare, a vedere la partita del Napoli allo stadio Collana, si poteva corteggiare e fare l’amore, anche con ragazze di altri paesi.
Addirittura si racconta che i ragazzi di una comitiva di Cervinara, dopo aver pranzato in un rinomato ristorante napoletano, non avendo i soldi per saldare completamente il conto, dovettero lasciare in pegno ben due ruote di scorta.
Vespa è sinonimo di vento dei capelli, anche se oggi è obbligatorio il casco, di partenze per mete misteriose che possono distare anche pochi chilometri, di fughe romantiche e di scanzonate scampagnate. Vespa è sinonimo di gioventù ed è un emblema del nostro paese. Tanti auguri e cento di questi giorni.
P.V.