La vita persa dietro a una tastiera
Quest’oggi tornerò a parlare di un concetto che forse già accennai ai primordi, ma che mi pare tanto importante da meritare una discussione assai più ampia.
Dunque afferro la nuova immagine e mi cimento ancora una volta nella discesa.
Chissà se mai riuscirò a far risalire la caverna in superficie, aprire le sue pareti umide al Sole e tramutare quella luce artificiale che deforma ogni cosa in luce vera.
“Quanta inerzia impera quest’oggi!”
Di certo la frenesia deve essere stata la vostra regina in questo ultimo tempo …
Ancora una volta mi ritrovo qui intenta al dialogo, un dialogo che però rimane solitario e senza risposta. Mi rivolgo a voi, eppure voi sembrate prestare ogni brandello della vostra attenzione a quelle stramberie che stringete con le mani e che serbate con sospetto, proprio come l’aguzzino fa col suo danaro.
Scrutate con acume e muovete le vostre dita con virtuosismo esasperato, affrettandovi a rispondere ad un messaggio e ad un altro ancora. Vi divertite poi a scattarvi foto e a registrare il tempo della vostra giornata, non riuscendo a capire che il tempo vero sta scivolando via proprio con quella misera registrazione.
Che siano essi cellulari, computer, fotocamere o videocamere non importa: è l’alienazione tecnologica che vi porta via ore, giorni ed anche anni proprio come suole fare il tabacco essiccato e poi arrotolato nella carta.
Il fatto che lì fuori la Natura ci riservi distese erbose, scenari spettacolari e fiori odorosi sembra non importarvi e preferite di gran lunga il tempo trascorso come molluschi inerti sul sofà o, ancora peggio, quello stracolmo di persone con le quali nemmeno riuscite più a dialogare.
Che miseria! L’uomo che prima inventa le parole e poi si lascia irretire nella trappola tecnologica che con tanta minuzia ha dato alla luce. Grandi ingegni hanno speso la loro vita per rendere più sofisticati questi aggeggi e tanti soldi ancora spenderete per acquistare quello all’ultima moda. Ma soprattutto tanta vita vera butterete con disprezzo nella pattumiera, insieme al tempo genuino di una conversazione o di una passeggiata.”
Alessia Mainolfi