Le bontà pasquali della Valle Caudina,il tarallo di San Martino

Redazione
Le bontà pasquali della Valle Caudina,il tarallo di San Martino

Le bontà pasquali della Valle Caudina,il tarallo di San Martino. Guai a chi usa il coltello, bisogna spezzarlo, rigorosamente, con le mani. E’ una regola fondamentale per gustarlo a pieno. Stiamo parlando del tarallo di San Martino, una bontà pasquale che vanta numerosi tentativi di imitazione.

L’apoteosi di Pasqua

Ma è un po’ come la sfogliatella a Napoli, lontano dal golfo non ha lo stesso sapore, non si riesce proprio a riprodurla. Innanzitutto diciamo che si tratta di una specialità che viene proposta in tutta la Valle Caudina, a partire dalla festività di San Giuseppe, ma la sua apoteosi è proprio di questi giorni.

Tutti riconoscono, però, la primogenitura a San Martino Valle Caudina. Mai come in questo caso, infatti, tutti gli altri comuni sono stati fieri di essere colonizzati perché è stata una invasione ricca di gusto.

Ottimo come dolce a fine pasto, straordinario per la prima colazione, ma i veri appassionati, non solo lo spezzano con le mani, ma sanno che immerso nel vino rosso è qualcosa che non si può raccontare, si può solo gustare. In queste ore, tutti i forni del piccolo centro emanano un profumo celestiale, il tarallo è buonissimo anche caldo, ma conserva per giorni e giorni la sua fragranza, anzi, per tuffarlo nel vino rosso è meglio che sia passato qualche tempo dall’uscita dal forno.

Per proteggere questo vero e proprio gioiellino, qualche anno fa, l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Pasquale Ricci, ha depositato la ricetta all’accademia della cucina.

In questo modo, solo i taralli realizzati, seguendo questo vero e proprio disciplinare, possono vantarsi del titolo “di San Martino”. Per ogni tarallo sono necessarie almeno dieci uova, farina, zucchero, latte ed aromi, come la vaniglia o le bucce di arance. Non siamo in grado di spiegarvi la preparazione, per realizzare bene la ricetta, dovete carpire, è proprio il caso di dire, il segreto a qualche massaia o fornaio del piccolo centro.

Unicità del tarallo

Ma, per essere veramente tarallo di San Martino deve avere un diametro di almeno18 centimetri. Se è più piccolo, diffidate. E, se a Pasqua è devozione assaggiarlo, non esiste picnic di Pasquetta, dove qualcuno non estragga da una borsa, un bel panno colorato, nel cui interno, sorpresa, altro che uovo, spunta il tarallo. E potere essere certi, che sparirà in men che non si dica, perché il tarallo di San Martino è unico.

                                                                                                                                                                                                        Peppino Vaccariello