Legalità: il giudice Clemente all’Einaudi di Cervinara
Le sue inchieste hanno fatto tremare i palazzi del potere beneventano. Per diverso tempo, è stato l’incubo degli amministratori corrotti sanniti e a molti di loro ha fatto assaggiare anche il disonore della galera. Indagini, svolte, soprattutto per tutelare la cosa pubblica e la salute dei cittadini. Da qualche mese, Antonio Clemente, ha lasciato la procura della repubblica di Benevento e si è trasferito a Roma, presso la corte di Cassazione. Da buon caudino, Clemente, infatti, risiede a Montesarchio, continua a restare al servizio del territorio. Lo fa portando la sua esperienza in dibattiti e conferenze. E stamattina è stato ospite dell’Istituto Superiore Luigi Einaudi di Cervinara. che proprio con lui ha concluso il percorso sulla legalità, dedicato agli studenti. I ragazzi, lo scorso 17 marzo, avevano incontrato il giornalista de Il Mattino Giovanni Sperandeo, autore del libro La Faida, dedicata alla sanguinosa guerra, ancora in corso, tra i clan Cava e Graziano a Quindici. Con il magistrato, invece, hanno approfondito il tema legato alle ecomafie ed al traffico illecito dei rifiuti. Un tema che Clemente conosce molto bene per aver condotto delle delicatissime indagini sulle discariche di Montesarchio, Sant’Arcangelo Trimonte e sul sito di trasferenza di Casalduni. Nel corso del suo lavoro, si è reso conto di quanto l’affare rifiuti continui ad interessare la camorra. E del giro incredibile di denaro che gira. Un vero e proprio fiume di soldi in grado di corrompere chiunque. E su questo tema, Clemente ha fatto capire che tutti i controlli erano delegati alla magistratura e alle forze dell’ordine. Non dovrebbe essere così. In un paese serio tutti i funzionari pubblici dovrebbero vigilare e gli stessi cittadini dovrebbero essere chiamati a fare il proprio dovere. Senza contare che, con le varie prescrizioni, gran parte dei processo contro questi reati ambientali, rischiano di essere vanificati. Da qui la richiesta, fatta ad alta voce, di regole chiare e di processi veloci. Così come succede in Inghilterra, Germania o Francia. E soprattutto una chiamata alle armi dei ragazzi. Devono essere loro a chiedere ed ottenere una profonda trasformazione della cosa pubblica. Il funzionario o il politico infedele, in tutta l’Europa occidentale, viene scacciato dall’amministrazione pubblica.” Anche in Italia, ha detto il magistrato, si deve arrivare a queste regole basilari. Per questo io credo molto negli incontri come questo di Cervinara. Parlare direttamente con i giovani è l’unico antidoto che conosco per lottare contro il malaffare”. Per quanto riguarda le sue esperienze personali, Clemente è rimasto, profondamente, colpito nel capire che anche una provincia piccola, come quella di Benevento, che sino a poco tempo fa era un’isola felice, avesse al suo interno un altissimo tasso di corruzione della cosa pubblica.” Non me lo sarei mai aspettato, ci detto, ma ne ho dovuto prendere atto. E così devono fare anche i ragazzi. Devono essere loro ad espellere e a contrastare in ogni modo ogni forma di legalità. Giustificare anche solo per una volta i furbi è il primo passo verso l’abisso”.
Peppino Vaccariello