Legislazione sui semi di cannabis in Italia: cosa c’è da sapere
Cannabis: i semi legali per scopi collezionistici
I semi di cannabis sono una fonte di curiosità per molti italiani e di confusione per tanti altri. Nonostante la marijuana sia una pianta estremamente controversa la cui coltivazione è severamente vietata e punita penalmente, strano ma vero le sue semenze possono essere acquistate liberamente.
D’altronde non saranno sfuggite ai lettori le numerose attività di rivendita comparse negli ultimi anni in tutta Italia per soddisfare una domanda in costante aumento, principalmente alimentata dal collezionismo di questi prodotti, un fenomeno in continua crescita.
Se siete interessati a questa pratica, su sensoryseeds.it troverete i migliori semi di cannabis disponibili attualmente sul mercato. In caso vogliate invece soddisfare la vostra curiosità sulla legislazione in materia, e avere dei chiarimenti circa lo status giuridico delle semenze di marijuana e del perché si possono acquistare liberamente in Italia, vi invitiamo alla lettura del seguente articolo nel quale approfondiremo anche le diverse varietà di prodotti che vengono offerte dai rivenditori nazionali.
Semi di cannabis in Italia: legali solo per scopi collezionistici o didattici
In Italia, la coltivazione, il possesso e il consumo di cannabis sono vietati dalla legge, a meno che non si tratti di casi autorizzati per scopi terapeutici o scientifici. La normativa di riferimento è il D.P.R. n. 309/1990 che disciplina le sostanze stupefacenti e psicotrope e prevede sanzioni penali e amministrative per chi viola le disposizioni in materia.
La cannabis è inserita nella tabella II delle sostanze stupefacenti, che comprende i prodotti derivati dalla pianta, come i fiori, le foglie, l’olio e la resina, che contengono cannabinoidi come il THC (tetraidrocannabinolo), il CBD (cannabidiolo) e altri ancora. Il THC, in particolare, è considerato illegale a causa dei suoi effetti psicoattivi sul sistema nervoso centrale.
Tuttavia, esiste una eccezione per la canapa light, ovvero la varietà di cannabis con un basso contenuto di THC (inferiore allo 0,2%), dunque priva di effetti stupefacenti, benché alcune forze politiche persistano nel considerarla un potenziale rischio per la salute pubblica.
La cannabis legale può essere coltivata e commercializzata per diversi scopi, ad esempio industriali, alimentari e cosmetici. La legge n. 242 del 2016 ha infatti promosso lo sviluppo della filiera della canapa in Italia, stabilendo, però, che le piante utilizzate devono provenire da semi certificati e iscritti al catalogo comune delle varietà delle piante agricole.
I semi di cannabis non sono inclusi nella tabella II delle sostanze stupefacenti, perché non contengono cannabinoidi e quindi non hanno effetti psicotropi. Di conseguenza, la vendita e l’acquisto sono legali in Italia, a patto che non siano destinati alla coltivazione.
In caso contrario, si incorre in un reato penale, che può comportare l’arresto e il sequestro dei semi e delle piante. Questo significa che i semi di cannabis possono essere acquistati solo per scopi collezionistici o didattici.
Le varietà di semi di cannabis disponibili in Italia
Diamo un rapido sguardo alle principali varietà di semi di cannabis che possono essere trovate sul mercato qui in Italia. I semi regolari sono quelli che si ottengono dalla fecondazione naturale tra una pianta maschio e una femmina.
Questi hanno il 50% di probabilità di essere maschi o femmine, e quindi richiedono una selezione accurata per eliminare le piante maschio, che non producono fiori e possono impollinare le femmine, riducendone la qualità. I semi regolari sono considerati i più economici e i più resistenti alle malattie e agli stress ambientali.
I semi femminizzati sono quelli che si ottengono da un trattamento genetico che induce le piante femmina a produrre polline. Questo viene poi usato per fecondare altre piante femmina, dando origine a semenze che hanno il 99% di probabilità di generare piante per l’appunto femmine.
Questo interesse a evitare esemplari maschio è legato al fatto che questi ultimi non producono infiorescenze, ovvero quelle parti della pianta che contengono la maggior parte dei cannabinoidi.
Di norma, i semi femminizzati sono più costosi e più sensibili alle malattie e agli stress ambientali. Per introdurre le prossime due varietà è necessario soffermarci rapidamente sul concetto di fotoperiodismo.
La cannabis, come tante altre piante, ha bisogno di un ciclo di luce e di oscurità per fiorire. In natura, questo ciclo dipende dalle stagioni e dalla latitudine. Nella coltivazione indoor, è possibile controllare il numero di ore di luce e di buio che la pianta riceve ogni giorno.
Ad ogni modo, questa caratteristica fa sì che le piante debbano necessariamente seguire il corso delle stagioni per portare a termine tutte le loro fasi di crescita e, di conseguenza, la loro maturazione avviene dopo un certo numero di settimane.
Questo lassi di tempo risulta ridotto per due particolari varietà di semi: autofiorenti e fast flowering, entrambi aventi la capacità di fiorire in base all’età e non al fotoperiodo. I primi necessitano, di solito, di 6-8 settimane per maturare. I secondi, invece, di 5-7 settimane.
In conclusione
Per gli appassionati del mondo della cannabis è importante conoscere la legislazione italiana in materia per evitare di incorrere in sanzioni penali a causa di leggerezze dovute alla mancanza di informazioni al riguardo.
Come abbiamo visto in questo articolo, sebbene la coltivazione, il possesso e il consumo di marijuana siano illegali, le semenze di questa pianta possono essere liberamente acquistate per scopi collezionistici o didattici. La loro coltivazione, invece, è attualmente vietata e rientra nel reato di produzione di sostanze stupefacenti.
Ci auguriamo che la nostra guida sullo status legale dei semi di cannabis abbia chiarito i dubbi dei lettori in merito e che abbia tranquillizzato quella fetta di pubblico dedicata al collezionismo di questi prodotti che, agli occhi di tanti, costituiscono ancora una novità assoluta.