Maria Elia muore per due infezioni, 5 medici iscritti nel registro degli indagati
Maria Elia muore per due infezioni, 5 medici iscritti nel registro degli indagati. Maria Elia poteva essere salvata? Se lo stanno chiedendo i genitori della studentessa morta a 17 anni il 27 marzo dello scorso anno. La giovane morì tre giorni dopo essere ricoverata per una doppia infezione all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia.
Dopo una prima archiviazione, ora la Procura della Repubblica umbra ha iscritto nel registro degli indagati cinque medici, mentre il gip ha disposto una nuova perizia sul corpo della studentessa.
Due infezioni
Il provvedimento deciso dal gip dovrà chiarire le eventuali responsabilità della struttura sanitaria e del personale medico, dopo che gli accertamenti medico legali hanno svelato che la ragazza aveva due infezioni, Una virale, un’influenza di tipo suino, e una batterica provocata dallo streptococco aureo.
Le condizioni peggiorano senza motivo
I medici legali Vittorio Fineschi e Monica Rocco hanno ricevuto l’incarico di stilare un documento utile alle indagini, per far luce su una situazione poco chiara. La 17enne, infatti, era portata in ospedale con febbre e mal di gola, dopodiché sono giunte complicazioni e problemi respiratori che hanno portato Maria Elia in terapia intensiva dove è avvenuto il decesso.
Caso non semplice
I periti dovranno specificare al giudice competente “se ci siano stati ritardi nella diagnostica” e “se le terapie siano state corrette” o ancora se da parte dei medici, ci siano stati omissioni o negligenza “in relazione alle cognizioni tecnico-scientifiche che deve possedere il personale medico che si è occupato della paziente, e se tali omissioni o errori abbiano influenzato il decorso della patologia, ponendosi in correlazione con il decesso” specifica la procura.
Genitori chiedono giustizia
Dopo la morte di Maria Elia, la procura perugina, in seguito all’autopsia, aveva disposto l’archiviazione del caso, ma contro cui i genitori della 17enne hanno opposto ricorso, e riavviato l’iter dell’inchiesta.
Altro elemento da verificare è se la ragazza si sarebbe potuta salvare, se la procedura di ossigenazione extracorporea, sospesa durante la pandemia, fosse applicata.