Maria Longa, gli amici e la tristezza improvvisa
Un’altra Pasqua è passata in fretta, e, con essa, gli amici degli anni migliori, quelli che le circostanze della vita hanno portato lontano, e tre volte all’anno ritornano nell’amata Valle, e tu li abbracci senza parlare, e ti sembra che il tempo non sia mai passato, malgrado i segni sul volto, malgrado i segni nell’anima.
E poi la festa passa, loro vanno via, e tu, che ce l’hai fatta a sopravvivere in questo posto, ti senti solo, svuotato di un pezzo di anima, e pur ricco, più ricco dentro, con il tuo bel magone di ricordi e canzoni storpiate, sull’amaca impazzita dei colori e degli odori della tua infanzia.
Torneranno, lo sai che torneranno sempre, questi amici. Sono cresciuti con te nei cortili assolati di un agosto lontano, nella tua Terra violentata dai container ed i prefabbricati degli anni 80’, con loro hai corso nei campi fioriti rubando ciliegie dagli alberi e preparando polli di fango; non possono non tornare da te…
Come te e con te, traumatizzati dalla vicenda di Alfredino, ricordano le nonne che gridavano: “Statt’ accort, s’allonga Maria Longa”, se ti avvicinavi al pozzo, e forse, qualche volta, la strega magra e fulva che molleggiava sul fondo di quel pozzo, l’hanno anche vista. Forse, perché Maria Longa è Caudina, ed ha scelto il fondo del pozzo per non andare via da qui, e avrebbe voluto compagnia; qualcuno se l’è preso, lo ha portato via ai suoi cari per sempre, conservandone la memoria tra il marmo e la terra, tra il fiore ed il cuore delle madri e degli amici; qualcuno lo ha lasciato andare via, permettendogli di non essere per sempre un bambino o solo un ragazzo. E costoro sono diventati i nostri amici ormai adulti, che vanno via, e poi tornano, perché di Maria Longa non hanno più paura, perché, quando diventi grande, puoi anche sporgerti, anzi, a volte devi sporgerti troppo, tanto hai imparato a non cadere.
A volte, il pozzo è profondo. Se non vedi più Maria Longa, ci puoi vedere la luna.
Quando i tuoi amici torneranno, questa estate, con loro, la luna potrai guardarla anche in cielo; è la stessa luna di tanti anni fa, con le sue tante facce, e la sua faccia sempre uguale. Se la guardi, poi, con gli amici che tornano, con gli occhi di tanti anni fa, ci puoi sempre rivedere Marcoffio che sorride, malgrado la brutta fine della sua pianta di pisello-jumper, che si è disgregata nell’atmosfera lasciandolo per sempre sul satellite.
Con gli amici che torneranno, con Maria Longa e Marcoffio, noi Caudini siamo diventati uomini “veri”, perché sappiamo quando è il momento di tornare bambini.
A Matilde, Cinzia ed Ilena. Ed agli amici che non torneranno più.
Rosaria Ruggiero