Moiano: Luca Parrillo, eccellenza caudina, scopre i motivi dell’eredità del diabete
Luca Parrillo, di Moiano, ricercatore trentaseienne del laboratorio di Genomica del Diabete presso l’Università Federico II di Napoli, ha spiegato, nei giorni scorsi, in una comunicazione orale tenuta a Monaco durante il congresso europeo Easd (Associazione europea per lo studio del diabete), che: “Bisogna partire dal Dna che, oltre al codice genetico vero e proprio ha un altro codice, chiamato epigenetico, che va al di là dei geni. L’epigenetica è una specie di ponte che collega l’ambiente e i nostri geni. E l’ambiente, attraverso fattori facilmente modificabili come dieta e attività fisica, può modificare i geni attraverso i marker epigenetici, come la metilazione del Dna, che agiscono come dei veri e propri interruttori che possono accendere e spegnere i geni, favorendo una malattia o proteggendoci”.
In poche parole, si può sfuggire al destino di ammalarsi di diabete per chi ha genitori o fratelli diabetici. L’importanza della scoperta, anche se è solo il primo passo, ha bisogno di essere validata e confermata, è che ora si possono mettere in atto contromisure in grado di evitare che ci si ammali.
“Lo studio”, -come riporta un autorevole quotidiano italiano- “è frutto di una collaborazione tra l’università svedese di Goteborg e la Federico II di Napoli. Sono stati analizzati i tessuti adiposi di 20 svedesi (metà maschi e metà femmine, normopeso, età media 40 anni). La metà di loro ha un parente di primo grado diabetico di tipo 2 ma sono tutti sani. L’analisi del tessuto adiposo dei due gruppi ha però mostrato differenze importanti nel gruppo dei cosiddetti Fdr, i first degree relatives, ovvero quelli con parenti di primo grado”.
“Questo vuol dire – continua Parrillo, che lavora grazie ad un grant dell’Easd- che il loro tessuto adiposo è sregolato e non assolve la sua funzione, che è quella di immagazzinare grassi dalla dieta. Questo tessuto non riesce a reclutare nuovi adipociti e a conservare l’eccesso di grasso. Questo grasso – dunque – va in giro creando alterazioni e, depositandosi dove non dovrebbe stare, cioè cuore, fegato, instaura insulinoresistenza e progressione verso il diabete”.
Luca Parrillo, laureato in Scienze Biologiche presso l’Università del Sannio con il massimo dei voti e la lode, ha ottenuto il dottorato in genetica e medicina molecolare presso la Federico II. Ha al suo attivo già una quindicina di pubblicazioni ed ora lavora presso il laboratorio del prof. Francesco Beguinot del Dipartimento di Scienze mediche traslazionali dell’Università Federiciana a Napoli.
Marpa53
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