Montesarchio: randagismo e animali avvelenati

Redazione
Montesarchio: randagismo  e animali avvelenati
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Montesarchio: randagismo e animali avvelenati. In mattinata il sindaco di Montesarchio, Franco Damiano, il consigliere Gaetano Mauriello e una delegazione del Movimento Cinque Stelle hanno incontrato il Comandante della Polizia Municipale Serafino Mauriello presso il comando dei Vigili Urbani di via Amendola.

Randagismo

L’incontro serve  per fare il punto sul problema del randagismo. E’ stato concordato di intervenire con delibere ad hoc, già dalla prossima settimana per fronteggiare il fenomeno in città. E’ stata affrontata anche la questione dei presunti avvelenamenti di cani e gatti delle ultime settimane: il Comune è in stretto contatto con l’Asl, e dalle analisi fatte sugli animali sono emersi valori tossicologici nella norma e in nessun caso sono emersi elementi tali da far pensare a un avvelenamento. In ogni caso si proseguirà con analisi e indagini per fugare ogni eventuale dubbio in merito.

Prostituzione

I carabinieri del Reparto Operativo di Parma, coordinati dalla Procura della Repubblica, hanno arrestato quattro cittadini italiani (tre domiciliati a Parma ed uno in provincia di Reggio Emilia).

Sono gravemente indiziati di aver costituito una associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione, e di aver adibito a casa di prostituzione un locale situato a Parma, denominato “Apollo XI”, che operava sotto le apparenze di un circolo ricreativo.

Le indagini

Le indagini sono state riattualizzate nel corso dell’anno 2020, quando sono partiti accertamenti finalizzati ad ottenere riscontri con appostamenti, assunzione di informazioni, captazioni tecniche.

Erano avviate in una prima fase nell’anno 2016 con la raccolta, da parte dei militari, di spontanee dichiarazioni rese da una ragazza di origine polacca che si prostituiva all’interno del locale e che, evidentemente stanca di prestare tal genere di attività, aveva chiesto aiuto ai carabinieri di Parma.

Gli ulteriori accertamenti hanno consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza in ordine alla stabile destinazione del locale a luogo di prostituzione, mediante l’impiego di una serie di ragazze di nazionalità estera (rumene, marocchine, colombiane) ed italiane, indicate fittiziamente quali socie dell’associazione e che invece si prestavano ad incontri sessuali a pagamento.

Gli organizzatori

In particolare gli organizzatori hanno potuto favorire e sfruttare la prostituzione delle ragazze, pretendendo dai clienti del locale cui venivano proposte le prestazioni sessuali il pagamento di una somma di denaro a titolo di corrispettivo per la disponibilità (per il periodo di tempo concordato) di quattro vani adibiti a privés.

All’interno dei quali erano consumati i rapporti sessuali; a tale corrispettivo si aggiungeva poi quello consegnato dal cliente direttamente alla ragazza. Gli arrestati sono i due gestori effettivi e referenti principali del locale (N.A. e P.L.).

Erano i promotori ed organizzatori del gruppo criminale, nei confronti dei quali il GIP ha disposto la misura della custodia cautelare in carcere, e due loro stretti collaboratori (M.M. e S.A.), nei confronti dei quali il GIP ha disposto la misura degli arresti domiciliari.

Nel corso dell’indagine è emerso che tutti e quattro gli indagati fornivano indicazioni alle ragazze su cosa fare all’interno del locale, sulle modalità di pagamento dei rapporti sessuali, sulle regole da rispettare, anche fuori dell’orario di lavoro.

Indicative in tale senso alcune intercettazioni in cui uno degli indagati rimproverava una delle ragazze perché, terminato di lavorare, era andata via con un cliente. L’uomo faceva capire alla donna di non dover intrattenere frequentazioni fuori dal locale.

Lo faceva capire pronunciando nei suoi riguardi in maniera perentoria ed intimidatoria la seguente frase: “quando stai con noi, devi stare con noi…ok?”, facendo ben emergere l’assoggettamento delle giovani ai loro sfruttatori e l’esistenza di una sorta di patto di esclusiva.

Introiti fino a 100mila auro

Dall’analisi della documentazione bancaria si è potuto accertare che dall’illecita attività i quattro indagati hanno ottenuti cospicui introiti. Nel solo 2020, periodo che, com’è noto, è caratterizzato da numerose limitazioni a causa della crisi pandemica in atto, si sono accertati introiti per oltre 100.000 euro.

Proprio in merito all’emergenza da coronavirus, vi è da sottolineare, che in svariati periodi di lockdown e di chiusura dei locali, incuranti dei rischi; gli indagati hanno continuato a svolgere la propria illecita attivi