Montesarchio, via al restauro del vaso attico

Il Caudino
Montesarchio, via al restauro del vaso attico

Montesarchio., I pezzi sono stati recuperati uno per uno, anche quello più microscopico non è sfuggito.
Sono stati accuratamente ripuliti e da questa mattina è iniziata la delicatissima fase del restauro, affidata ad una mano esperta della Soprintendenza ai beni archeologici della Campania.
Lo confessiamo: siamo impazienti, lo avremmo voluto già ammirare ma bisognerà attendere un po’ di tempo.
Il restauro è un lavoro certosino che richiede bravura, pazienza e tempo. Figuriamoci se si deve mettere in sesto un cratere che ha la bellezza di ben 2550 anni. Stiamo parlando dell’ultima straordinaria scoperta archeologica effettuata nella centralissima via Napoli a Montesarchio. I pezzi sono stati tutti recuperati e ripuliti ed ora è iniziato il lavoro per  rimetterli insieme.
La settimana scorsa, mentre si lavorava per il nuovo impianto fognario, dal buio dei secoli è emerso un vaso ateniese che risale al sesto secolo prima della nascita di Gesù Cristo.
Non si tratta di una scoperta casuale, tutt’altro.
E’ noto che sotto l’asfalto di Montesarchio c’è la  più importante necropoli sannita al mondo; quando vengono effettuati questo tipo di scavi, c’è sempre un archeologo che controlla strato per strato. E si trova sempre qualcosa, ma nessuno si aspettava che potesse emergere qualcosa di così bello ed importante.
Bello, in quanto si tratta del secondo esemplare a volute a figure nere. Un altro, che è custodito nel museo archeologico nazionale di Napoli, è stato rinvenuto durante gli scavi settecenteschi nell’antica Saticula ma ha dipinto solo il collo. Quello ritrovato a Montesarchio, invece, è interamente composto da figure di bella fattura. La parte centrale riporta scene dionisiache, il collo, invece, scene di una gara tra aurighi alla presenza della dea Atena. Questo ritrovamento dimostra che l’elitè del popolo sannita di stanza nell’antica Caudium aveva rapporti diretti con la Grecia e con Atena, Ora dobbiamo solo aspettare che il vaso ritorni nel museo nazionale del Sannio Caudino a Montesarchio e, magari,che venga effettuata qualche altra importante scoperta. E, come dice la responsabile del museo, l’archeologa Luigina Tomay dobbiamo ingaggiare una guerra senza quartiere contro i tombaroli. Le loro mani inesperte possono compromettere per sempre queste opere d’arte. Senza contare che, per pochi euro, ci portano via tesori di inesauribile valore.

P.V.