Muore di diabete a 13 anni, condannati due medici

Redazione
Muore di diabete a 13 anni, condannati due medici

Due medici dell’ospedale Ruggi d’Aragona di Salerno sono stati condannati ad un anno e 8 mesi di reclusione per la morte di Alessandro Farina, il 13enne di Pellezzano (Salerno) deceduto il 27 dicembre del 2017 per una grave forma di diabete di tipo uno: la malattia, secondo la sentenza, sarebbe stata diagnosticata tardivamente e curata male.Lo riporta Napoli Fanpage.

Responsabili di omicidio colposo

Due dei medici che avevano avuto in cura il ragazzino, uno in servizio al Pronto Soccorso e l’altro nel reparto di Pediatria, sono stati riconosciuti responsabili di omicidio colposo dal giudice monocratico Cristina De Luca.

Per la morte di Alessandro Farina erano finiti sotto processo tre medici, secondo l’accusa il decesso era stato causato proprio dal ritardo nella diagnosi e dalle terapie non adeguate che erano state somministrate. Il 13enne morì due giorni dopo il ricovero, la causa del decesso fu individuata in edemi ai polmoni e al cervello dovuti alla crisi diabetica. Il rinvio a giudizio era arrivato nell’ottobre 2019, per un quarto indagato la posizione era stata stralciata per difetto di notifica.

Il ragazzino venne portato in ospedale il 23 dicembre e fu dimesso con l’indicazione di assumere dei cortisonici anche nei giorni successivi; le sue condizioni continuarono a peggiorare e il giorno di Natale fu portato in ambulanza al Ruggi, dove i medici riscontrarono che i livelli di glicemia erano altissimi, oltre i 1.200. Fu trasferito in Pediatria ma morì due giorni dopo.

Ripensamento del modello assistenziale

“I fatti emersi durante l’istruttoria dibattimentale – ha commentato l’avvocato Federico Conte, legale della famiglia del 13enne – impongono un profondo ripensamento del modello assistenziale seguito presso l’azienda universitaria di Salerno durante il ricovero del piccolo Alessandro. Il mio pensiero commosso di oggi va alla famiglia di Alessandro e in particolare alla mamma, Tiziana Morra, con la speranza e l’augurio che nella risposta della giustizia possa trovare un po’ di sollievo”.