Neonato di 15 giorni in teraapia intensiva per covid, contagiato dalla mamma non vaccinata

Redazione
Neonato di 15 giorni in teraapia intensiva per covid, contagiato dalla mamma non vaccinata
Neonato di 15 giorni in teraapia intensiva per covid, contagiato dalla mamma non vaccinata

Neonato di 15 giorni in teraapia intensiva per covid, contagiato dalla mamma non vaccinata. E’ ricoverato in gravi condizioni in terapia intensiva all’ospedale di Padova un neonato di soli 15 giorni infettato dal madre non vaccinata e positiva al Covid. Il bimbo non presentava il virus alla nascita, ma l’ha contratto successivamente, venendo a contatto con la madre.

Il racconto di Zaia

A raccontare la vicenda è stato il governatore del Veneto Luca Zaia, durante la consueta conferenza stampa sui dati covid. «È una situazione molto delicata, che stiamo gestendo – ha spiegato -. La madre era positiva al tampone all’arrivo in reparto, poi si è negativizzata».

Uccise il marito con una coltellata, assolta per legittima difesa

Assolta per legittima difesa. La Corte d’Appello di Torino ha confermato la sentenza di primo grado per Silvia Rossetto. Si tratta della  cinquantenne, che il 2 settembre 2018, in un appartamento dei palazzoni di via Juvarra a Nichelino, uccise il compagno Giuseppe Marcon, 65 anni.

Coltellata al cuore

Lo ammazzò  con una coltellata al cuore. Al culmine dell’ennesima lite, l’uomo, ubriaco, le aveva puntato un coltello alla gola. Lei ne aveva afferrato un altro da un cassetto della cucina. I giudici di primo grado, nelle motivazioni della sentenza avevano ricostruito così i fatti.  «La  donna ha vissuto un fortissimo trauma: era stata aggredita dal compagno ed era già in una condizione di grave angoscia.

Si è difesa perciò con una coltellata mortale». Il sostituto pg Nicoletta Quaglino aveva presentato ricorso in Appello  parlando di un eccesso colposo di legittima difesa. Rossetto, che come il marito soffriva di problemi psichiatrici, era già stata più volte aggredita da Marcon. «La picchia sempre, la insulta» aveva raccontato la madre della donna ai carabinieri.

L’aiuto chiesto alla mamma

Proprio quel giorno,  Rossetto aveva chiamato la mamma, «Aiutami, aiutami», perché contattasse le forze dell’ordine. La mamma non fece in tempo. Così nell’appartamento nacque una colluttazione tra moglie e marito. Quella volta, però, sfociò nel sangue.

La donna fece in tempo a prendere un coltello e a colpire il marito mortalmente. Poi arrivarono le forze dell’ordine per ricostruire l’accaduto, Ed ha preso il via l’iter giudiziario che è durato tre anni.

Le richieste della pubblica accusa

In primo grado, il pubblico ministero Enzo Bucarelli aveva chiesto per Rossetto, difesa dall’avvocato Sergio Bersano, una condanna a 9 anni. Ora la sentenza della corte di Appello assolve la donna.La legittima difesa è stata confermata anche dalla corte di Appello. Ed ora la 50enne può considerare chiuso questo capitolo e tornare alla vita normale.