Nessuna calunnia e falsa testimonianza per Pennino
Nessuna calunnia e falsa testimonianza per Pennino. Vincenzo Pennino, di 39 anni, di Apollosa, difeso dagli Avvocati Vittorio Fucci e Antonella Mazzone, è stato assolto dalle imputazioni di calunnie e falsa testimonianza.
Le accuse
In particolare, secondo la pubblica accusa, il Pennino avrebbe prodotto una denuncia calunniosa nei confronti di 2 persone accusandole di avergli estorto la somma di 1.000,00 euro con violenza e minaccia.
Dal processo a carico delle 2 persone accusate, sarebbe emerso invece, nel 2018, che il Pennino si era impegnato a vendere la propria vettura per l’importo di 5.000,00 euro e che successivamente si era rifiutato di procedere al passaggio di proprietà dell’auto, rifiutandosi anche di restituire agli acquirenti la somma percepita.
Il Pennino dunque era stato sottoposto a processo per calunnia e falsa testimonianza, ma il Tribunale di Avellino, accogliendo la tesi degli Avvocati Fucci e Mazzone, ha assolto l’imputato perché il fatto non sussiste.
Brigadiere dei carabinieri uccide maresciallo in caserma
Comandante carabinieri ammazzato dal suo brigadiere. Si chiamava Doriano Furceri, il comandante dei Carabinieri della stazione di Asso, in provincia di Como che è stato ucciso a colpi di pistola dal brigadiere Antonio Milia. Brig
Si chiamava Doriano Furceri, il comandante dei Carabinieri della stazione di Asso (Como) che è stato ucciso dal suo brigadiere, Antonio Milia. Il quale, dopo aver esploso almeno due o tre colpi, si è barricato dentro la caserma con il cadavere. Ancora impossibile, dall’esterno, accedere alla struttura.
Sono ancora ignote le motivazioni del folle gesto
Il comandante lascia una moglie e tre figli. Tifoso dell’Inter e appassionato di enogastronomia, lavorava in provincia di Como ma era rimasto estremamente legato alla sua terra d’origine, la Sicilia. Così come era fiero, fierissimo di appartenere all’Arma dei Carabinieri. Appartenenza che gli è stata fatale.
L’assassino soffriva di problemi psichiatrici
Il Brigadiere Milia era stato ricoverato presso il reparto di Psichiatria dell’Ospedale di San Fermo della Battaglia (Como), poiché affetto da problemi di disagio psicologico e successivamente dimesso e posto in convalescenza per diversi mesi.
Giudicato idoneo al servizio da una Commissione Medico Ospedaliera, era rientrato in servizio da alcuni giorni. Attualmente era in ferie.