Non resta che suicidarti la chat scolastica contro il compagno autistico
Non resta che suicidarti la chat scolastica contro il compagno autistico. Non resta che suicidarti! Il terribile invito in una chat di classe. E’ diventata non occasione per scambiare battute e risate con i compagni bensì il “luogo” dove essere deriso ed esortato a uccidersi. “Non ti resta altro che suicidarti, autistico di merda”, per citare uno degli insani inviti.
I messaggi della chat sono finiti sotto gli occhi attenti dei genitori di un quattordicenne sassarese affetto da sindrome di Asperger che hanno agito immediatamente.
Sono andati a scuola, hanno parlato con insegnanti e dirigente e la chat di whatsapp stampata su carta è stata inoltrata all’ufficio della Procura della Repubblica dei minori.
Così, quattro ragazzi sono indagati per stalking per aver “ripetutamente insultato, molestato e minacciato il loro compagno provocandogli sofferenza psicologica e ingenerando in lui il timore per la propria incolumità personale”.
Molestie telefoniche
Il reato, a conclusione del contraddittorio davanti al giudice, è stato derubricato in molestie telefoniche, così come aveva chiesto l’avvocato Sabina Useli che difendeva una delle minorenni. Istanza accolta perché il reato non era protratto nel tempo ma concentrato in un unico giorno.
Una sola, riprovevole, conversazione telefonica. Trattandosi in un caso di infraquattordicenni, quindi non imputabili per la legge, per una indagata è emessa una sentenza di non luogo a procedere, per altri due, invece, è subentrata la tenuità del fatto.
Al termine dell’udienza il giudice ha redarguito pesantemente i minori coinvolti facendo presente la gravità del loro comportamento e le drammatiche conseguenze che avrebbero potuto avere frasi di quel tenore in una persona che vive un disagio.
Aveva difeso un suo compagno di classe
Gli insulti al ragazzo erano cominciati perché lui era intervenuto nella chat della classe per difendere un altro compagno preso di mira. E invece il bersaglio in pochi attimi era diventato proprio lui.
“Autismo, voto scritto 10”, “ecco il finocchio del gruppo”, “stai zitto brutto gay”, “ammazzati”, insieme a un meme che ritraeva un bambino con la pistola in bocca. E altro ancora.
Nella denuncia i genitori avevano raccontato le difficoltà del loro figlio a relazionarsi con i compagni di scuola “perché a causa della sua patologia non è accettato nel gruppo e di conseguenza è oggetto di derisione. Attenzioni che determinano in lui forte sofferenza”.