Nuova truffa sui centri migranti, nel mirino dei Nas anche sei strutture della provincia di Avellino
Una nuova situazione critica che si riverserà su queste persone ospitate

Nuova truffa sui centri migranti, nel mirino dei Nas anche sei strutture della provincia di Avellino. Gli stranieri erano ospitati tra sporcizia, liquami e muffe. Gli ospiti vennero sgomberati e ricollocati altrove, ma le indagini sono proseguite.
La società salernitana che gestiva il Cas, secondo l’accusa, aveva di fatto abbandonato i richiedenti asilo, in una struttura sprovvista di riscaldamento e acque calda e, in alcuni casi, anche di energia elettrica.
Nessun servizio di assistenza alle persone (dalla fornitura di cibo e bevande alla mediazione linguistica, l’alfabetizzazione e il supporto psicologico) né il “pocketmoney” da 2 euro e 50 al giorno per ciascun migrante.
Assente, sempre secondo la ricostruzione investigativa, anche l’assistenza sanitaria: gli indagati, anzi, richiedevano alla Prefettura il rimborso delle prestazioni e delle visite in realtà mai eseguite.
Contestata anche l’assenza dal luogo di lavoro da parte dei professionisti che in teoria dovevano prestare servizio per gli stranieri, così come emerso dall’intercettazione delle celle telefoniche.
La stessa società gestiva anche altre strutture per richiedenti asilo nelle province di Salerno (due a Castel San Giorgio, uno a Orria, Ascea, Casalbuono e Felitto), Avellino (tre a Savignano, uno a Grottolella, Atripalda e un altro a Montoro), Pavia e Arezzo.
Anche in questo caso la gestione dei CAS era la stessa di quella rilevata a Pistoia, tra carenze e insufficienze. Un sistema che, secondo la Procura, avrebbe consentito alla società di percepire oltre 1 milione 200mila euro tra il 2022 e il 2024.