Omicidio Gioia, gli imputati capaci di intendere e di volere
Omicidio Gioia, gli imputati capaci di intendere e di volere. Erano capaci di intendere e volere al momento dell’omicidio. Sono capaci di prendere parte al processo. Queste le conclusioni della perizia del professore Sciaudone effettuata su Elena Gioia e Giovanni Limata e depositata in cancelleria. Dunque non si profila nessun sconto di pena per i due imputati, riconducibile alle loro condizioni psico -fisiche al momento della consumazione del delitto. Lo scrive Ottopagine Avellino.
Ulteriori acquisizioni
Il dottore Giuseppe Sciaudone, i primi di gennaio, nella cancelleria del tribunale di Avellino ha acquisito ulteriori atti, per poter completare la sua relazione. Il deposito della perizia sui due giovani imputati Elena Gioia e Giovanni Limata – al fine di valutare la loro capacità di intendere e volere al momento del delitto – era previsto per il 25 gennaio, ma il dottore nominato dal tribunale di Avellino ha chiesto un rinvio. La prossima udienza è stata fissata al 22 febbraio prossimo.
Il processo si avvia alle battute finali
Si avvia verso le battute finali l’istruttoria dibattimentale per i due imputati: Elena Gioia, la figlia del 53enne ucciso a coltellate nella sua abitazione e l’ex fidanzato di Elena, Giovanni Limata. A marzo dovrebbe iniziare la discussione ed in primavera inoltrata potrebbe essere emessa la sentenza per i due imputati accusati dell’omicidio del papà di lei.
L’omicidio avvenne nell’aprile del 2021
Giovanni Limata è accusato dell’efferato omicidio di Aldo Gioia, commesso secondo la Procura di Avellino in concorso con la figlia della vittima, Elena Gioia nell’aprile del 2021 nell’abitazione familiare ubicata al Corso Vittorio Emanuele. Limata fu raggiunto dai poliziotti della questura a Cervinara con le accuse di omicidio volontario di Aldo Gioia, il 53enne dipendente della Fca di Pratola Serra ucciso con 15 coltellate.